Se molte testate giornalistiche brancolano alla ricerca di un modello di business che possa far tornare in attivo il bilancio, esistono anche casi nei quali la bussola sembra già indicare la direzione da seguire.
Un esempio in questo senso è sicuramente POLITICO. Fondato nel 2006 da due ex-giornalisti del Washington Post (ai quali si unirà poco dopo un ex-reporter del Time per il lancio effettivo della testata datato 2007) con l’intento di seguire le presidenziali del 2008, la redazione è velocemente riuscita nell’intento di raccontare “i palazzi del potere” in maniera originale e molto orientata al web. Un sapiente mix di velocità, autorevolezza e inedite chiavi di lettura.
Oggi, a quasi 10 anni di distanza, la direzione di POLITICO mira ad attuare un progetto semplice quanto ambizioso: entro il prossimo anno, sostenere il proprio business per il 50% con abbonamenti e per la restante metà con pubblicità ed eventi. Possibile?
In una bella intervista pubblicata da DigiDay, Jim VandeHei, co-founder, presidente e CEO di POLITICO presenta i punti salienti del successo dell’iniziativa editoriale:
1. Concentrarsi sul proprio pubblico di riferimento; per quanto piccolo esso sia. Rivolgersi agli utenti in modo indifferenziato, tentare di “scalare” lavorando su vasta scala rischia di dover costringere la redazione, per tentare di guadagnare, a spendere troppe energie nella diversificazione del business.
2. Difficile se non impossibile contemporaneamente dirigere un giornale e gestire gli affari di una media company. Sono infatti entrambe funzioni che richiedono un impiego full-time (e, critica nemmeno tanto velata, non ci sembrano essere molti giornalisti validi anche come amministratori).
3. La differenza tra contenuti editoriali e pubblicitari deve essere ben chiara, non dovrebbero essere ammesse commistioni che possano screditare il lavoro di giornalisti e di coloro che si occupano delle iniziative legate all’advertising.
4. E’ necessario concentrarsi su ciò che può caratterizzare, con autorevolezza, il proprio lavoro per fare in modo, ad esempio, che quanti più lettori arrivino direttamente alla homepage del sito e lì tornino più volte al giorno. Fare un eccessivo affidamento sui social network o snaturare troppo la propria natura per tentare di attirare giovani utenti forse non è il modo più intelligente di affrontare la sfida della comunicazione digitale.
5. Occorre evolvere, nella struttura, nella forma, nei contenuti, nei messaggi pubblicitari assieme al proprio pubblico. I lettori, se non si offre loro quello che cercano, si informano altrove, indipendentemente dalla storia del marchio che la testata rappresenta.
Nel 2014 POLITICO si è dimostrata essere una realtà profitable con guadagni in crescita del 25% rispetto all’anno precedente. Tanto da voler tentare, dallo scorso aprile, l’avventura oltreoceano con il lancio della “filiale” POLITICO Europe (progetto che nasce dall’acquisizione di European Voice e dalla collaborazione con l’editore Alex Springer). Alla quale è seguito l’ampliamento della redazione con la creazione della divisione POLITICO Focus guidata da Stephanie Losee, ex-responsabile Global Marketing di Dell, con lo scopo di aiutare agenzie e brand a capire come coinvolgere political influencer mediante lo sviluppo di contenuti editoriali e come attivare e misurare l’impatto delle campagne pubblicitarie.
POLITICO, in definitiva, è sicuramente uno dei progetti editoriali da seguire per l’efficacia e l’equilibrio del modello di business nel quale carta e web sono davvero complementari.