Fiori per Algernon… e anche per Charlie

Non mi capita spesso di “divorare” libri in quattro giorni, di venir preso tantamente tanto dalla voglia di conoscere gli sviluppi di una storia da non riuscire a staccarmi dalle pagine di un romanzo. Fiori per Algernon di Daniel Keyes è uno di quei testi, uno di quei libri che mi ha rapito e trascinato. La storia vede per protagonista Charlie Gordon, un ragazzo “difficile”, deriso e abbandonato dai suoi stessi genitori per via delle sue difficoltà cognitive e per la sua scarsa memoria. Un’operazione però cambia tutto e consente in poco tempo a ridicolo Charlie di triplicare il quoziente di intelligenza e di superare tutti in arguzia e conoscenza. Suo alter-ego al laboratorio è Algernon, un piccolo roditore sottoposto come Charlie a un esperimento che lo ho reso abilissimo nei labirinti con i quali viene messa alla prova la sua intelligenza. La sete di sapere di Charlie cresce velocemente, i progressi nella scrittura e nella lettura veloce sono sbalorditivi, persino l’espressione del suo volto si modifica con il trascorrere dei giorni che seguono l’intervento. Di pari passo cambia però anche la percezione che egli stesso ha nei propri confronti e in riferimento a coloro che sino ad allora lo hanno circondato. Il passato, con l’aumentare dell’intelligenza, pian piano riaffiora: Charlie rielabora così tutti gli anni sino ad allora trascorsi lottando con i fantasmi di una vita dura, povera negli gioie e negli affetti. In lui inoltre, con passare dei giorni, l’apprezzamento nei confronti di coloro che lo hanno reso (finalmente) intelligente muta in disprezzo per uomini che in lui vedono solo una cavia o un trofeo e non un individuo degno di rispetto, nonostante tutto, anche prima dell’intervento.
Come cambierà il carattere di Charlie? Riuscirà la sola intelligenza a colmare la fragilità emotiva del ragazzo? Quale sarà il prezzo da pagare per essere diventato in pochissimo tempo uno degli uomini più intelligenti al mondo?
Un libro davvero bello, scritto nel 1959 ma ancora fresco e capace di coinvolgere, giustamente considerato da molti uno dei più bei racconti brevi di fantascenza.

p.s.= l’episodio HOMR della stagione 11 dei Simpson, con protagonista Homer, si ispira proprio a Fiori per Algernon

L’enneagramma delle personalità

L’enneagramma delle personalità (dal greco ennea=nove e gramma=figura/disegno) è uno dei metodi di conoscenza psicologica più in voga (almeno così dicono perchè personalmente conservo molti dubbi sulla validità in un tale appraccio). In estrema sintesi si tratta di una stella a nove punte inscritta in un cerchio: ogni punta rappresenta uno dei profili che dovrebbero convivere, in maniera diversa, in ciascuno di noi. E’ uno strumento di conoscenza e sviluppo di sé (?!?) usato oltre che dagli psicologi, anche dalle aziende nella selezione del personale. Nonostante le mie perplessità, spinto dalla curiosità ho deciso di partecipre al test di una rivista (Psycologies, ndr) la cui domanda cardine era: che cosa evitate di più? In base alla mia risposta – la banalità – sono risultato essere aderente al profilo passionale/romantico secondo il quale le emozioni tiepide non mi interessano, le vie di mezzo per me non hanno senso. Perseguo il bello, l’estetica, l’originalità e l’intensità della vita e delle emozioni. Ho una grande empatia verso gli stati d’animo altrui. Sono considerato poeta, artista, diverso dagli altri. Spesso mi rifugio nel mio mondo immaginario, ho bisogno di sentirmi amato, di una forte complicità. Ho un forte desiderio di fare anche se sono soggetto di frequente a momenti di depressione, di dubbi e di timori di essere abbandonato. Mi ci riconosco in un tale profilo? Beh sì, direi che malgrado tutto la descrizione si avvicina alla mia personalità (decisamente più complicata bene sottolinearlo). Certo, con i dovuti distinguo, ma devo riconoscere al test di avermi piacevolmente stupito.