Lo scorso week-end vagando alla ricerca di qualcosa di interessante da visitare al riparo dal caldo, mi sono trovato a passare davanti a Palazzo Reale e a notare, divertito, un centauro con le sembianze di Forattini. E’ infatti in corso a Milano (dal 3 luglio al 27 settembre 2009) una bella mostra a ingresso gratuito su Giorgio Forattini, storico vignettista che dagli anni Settenta rilegge a suo modo la scena – soprattutto quella politica – nazionale e internazionale. Sono un suo fan sin da bambino – in famiglia si leggeva Panorama – ed è grazie a lui, alle sue caricature e alle sue provocazioni che conservo un minimo di interesse per la politica nostrana (che, certo, di spunti per la satira ne regala parecchi, sob). Entrando, pensavo la mostra fosse la classica raccolta di schizzi su cornice e invece, con mia sorpresa, il percorso offre opere che, lasciata al carta, si animano diventando gigantografie e oggetti tridimensionali. Personalmente adoro l’antropoformizzazione (mamma che parolone) di alcuni personaggi quali “bruco” Veltroni, “ciappi” Ciampi, “topolino” Amato, capaci con pochi tratti di essere estremamente comunicativi. La rassegna mi ha anche permesso di riflettere sulla libertà di satira (vedi querela di D’Alema a Forattini con richiesta di risarcimento di tre miliardi delle vecchie lire, poi ritirata), sull’abilità/dovere di disegnare anche in momenti tragici, e, infine, sul fatto che alcuni vezzi del nostro paese si ripetano ciclicamente proprio come alcune vignette che mostrano personaggi diversi ma in situazioni molto molto simili tra loro. Un bel viaggio quello della mostra, grazie al quale rileggere, con il sorriso sulle labbra, gli ultimi 40 anni della nostra vita politica e sociale, raccontati da una delle matite più irreventi. Complimenti e lunga vita alla satira!
palazzo reale
FUTURISMO 1909-2009 Velocità + Arte + Azione
Ieri ho voluto approfittare di un attimo di relax pre-pasquale per festeggiare i cent’anni del Futurismo visitando la mostra Velocità + Arte + Azione allestita a Palazzo Reale di Milano. Un percorso davvero ricco di opere (alla fine lo ammetto non desideravo che l’ultima sala, per gustarsi appieno l’allestimento occorre molto tempo e molte energie) per uno dei movimenti più vitali che proprio da Milano riuscì a coinvolgere molti artisti italiani ed europei. Dal divisionismo al dinamismo plastico, dall’arte meccanica all’aeropittura, il percorso sintetizza il lo sviluppo del Futurismo dall’ultimo decennio dell’Ottocento al dopoguerra, mostrando alcune delle opere più significative di Boccioni, Carrà, Balla, Depero e gli altri artisti che furono contaminati dalle avanguardie diffuse in primi da Filippo Tommaso Marinetti. Un bel tour de force che mi ha permesso di avere un’idea più ampia rispetto a quanto ricordavo circa il Futurismo e le sue ripercussioni non solo nell’arte pittorica ma anche nel teatro, nell’architettura e nella letteratura. In particolare ha attirato la mia attenzione il fotodinamismo, corrente artistica la cui conoscenza mi sono ripromesso di approfondire (da quanto ho capito, l’avvicinamento del futurismo alla fotografia nasce dal rifiuto di rappresentazioni “passive” mirate a riprodurre cose e persone immobili nello spazio). Solitamente non provo molto interesse per la politica, ma se ora avessi un po’ più di tempo libero e meno stress lavorativo, mi piacerebbe approfondire il legame del movimento futurista con l’azione politica.