Quadriennale d’arte di Roma

Brain by Luisa RabbiaAmmetto di non essere un grande esperto d’arte. Di certo sono però un estimatore del bello, del particolare e, in generale, delle opere in grado di suscitarmi un’emozione. Mi sono dunque recato alla 15° edizione della Quadriennale di Roma, al Palazzo delle Esposizioni, con molta curiosità, per tuffarmi nel mondo dell’arte contemporanea italiana e per visionare da vicino alcune delle opere e delle ricerche artistiche più significative del panorama nostrano legato all’arte degli ultimi vent’anni. Capire fino in fondo tutte le opere è per me pura utopia (sto ancora pensando al legame tra Autunno e il marmo della scultura…) ma, una volta fatta chiarezza con i numeri della guida alla mostra  – un po’ confusionari – ho comunque potuto apprezzare la creatività di alcuni artisti, forse più immediati e accessibili degli altri. Manfredi Beninati con i suoi spazi inaccessibili allo spettatore e visibili solo attraverso un vetro oscurato, Fulvio Di Piazza con quel suo paesaggio che richiama la dimensione onirica del sottobosco in stile Burton, Stefania Fabrizi con il suo inquetante esercito di minacciosi soldati tutti uguali, Luisa Rabbia (vedi immagine) con la sua rappresentazione del tessuto nervoso fatta a forma di albero che tende man mano ad insecchirsi, Grazia Toderi con la sua visione notturna della città che evoca lontane costellazioni. Ma il riconoscimento all’originalità spetta, a mio modestissimo parere, a Destined for nothing di Maurizio Savini che con la sua scultura di gomma (profumata) spinge a una profonda rifessione sul rapporto tra natura e mondo materiale. Diverse approcci, diverse tecniche, diversi materiali, un percoso di un centinaio di opere per tentare di comprendere l’arte italiana di oggi.