Quando frequentavo le superiori (ormai un bel po’ di tempo fa) tra i banchi di scuola, per abbattere la noia di alcune lezioni, ogni tanto tiravo fuori dall’astuccio una sorpresina Kinder a forma di bisonte (con delle rotelline al posto delle zampette che fanno muovere le mascelle) e mi esibivo, come ventriloquo, in Nessun Dorma dalla Turandot di Puccini, dando voce (e anima?) all’animaletto di plastica. Oggi un contest ha riportato alla mia attenzione la musica lirica, non esattamente una mia passione ma comunque un’arte che mi emoziona. E’ That’s Opera Talent, il primo concorso online per scoprire nuovi cantanti lirici e musicisti classici. Nell’ambito del Puccini Festival 2010 è onair da alcune settimane una competizione artistica – promossa da Ricordi & C., Ministero delle Gioventù e Ministero dei Beni Culturali – finalizzata ad aiutare i cantanti d’opera e i musicisti classici amatoriali nelle loro carriere, fornendo l’opportunità di gareggiare per potersi esibire nella presentazione dal vivo della Madama Butterfly e vincere gli altri premi indicati nel regolamento. La cavalcata di Susan Boyle vi ha esaltato? Allora non vi resta che scaricare musiche e spartiti, esercitarvi nei gorgheggi o affinare la vostra abilità con uno strumento, riprendere la vostra esibizione da solista e caricare il video nel canale che Youtube ha dedicato all’iniziativa, la cui iscrizione è gratuita. Quasi quasi ci provo anch’io, vado subito a ripassare l’Addio fiorito asil del terzo atto, quando Pinkerton, accompagnato da Kate – giovane donna sposata negli Stati Uniti – è alla ricerca del figlio (suo e di Cio-cio-san) che vorrebbe portare con sé per fornirgli un’educazione “occidentale”. In bocca al lupo a tutti coloro che (spero numerosi vista la bella e originale iniziativa) si avvicineranno al mondo dell’opera e della musica classica, ci vediamo su Youtube!
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Lista dei desideri 2009: Save this post
Con l’avvicinarsi del Natale torno a proporre – come lo scorso anno – la Lista dei Desideri by Save the Children, l’innovativa soluzione di regalo virtuale e solidale con la quale dare il proprio piccolo-grande contributo per garantire educazione di qualità, per costruire asili comunitari e per migliorare la salute e la nutrizione di bambini dei paesi nei quali di certo le festività non fanno rima con la parola consumismo (qui di fianco l’immagine del nuovo simpatico video circa l’iniziativa).
Come reagirebbero le persone a noi più vicine se ricevessero davvero in regalo uno Yak, 40 polli o magari 100 vaccini? Forse non ne sarebbero entusiaste, l’esatto contrario di quello che proverebbero i bambini che vivono in paesi poveri o in via di sviluppo per i quali questi regali significano la vita stessa.
Nella Lista dei Desideri – per chi ancora non la conoscesse – ci sono regali per tutte le tasche, da 10 a oltre 1.000 euro: da un cesto di cibo (14 euro) a una bicicletta (43 euro), da un vaccino (15 euro) a dei filtri per l’acqua (57 euro). Un modo utile e intelligente per trasformare i regali da futili a utili, aiutando realmente a migliorare la vita di migliaia di bambini. Doni che rendono felici noi, i nostri cari a cui sono rivolti e soprattutto i bambini nei paesi in via di sviluppo.
Per tutti i donatori che acquisteranno un regalo sulla Lista dei Desideri, tra le altre cose, c’è la possibilità di accedere ad un’applicazione che permetterà di prestare il proprio volto e posare insieme al simbolo nonché primo testimonial della campagna, lo Yak, di stampare lo scatto o di condividerlo su Facebook.
Sempre su Facebook è anche possibile compilare un test a cura di Save the Children dal titolo “Scopri il regalo che fa per te”.
Per maggiori info:
http://desideri.savethechildren.it
http://www.facebook.com/savethechildrenitalia
http://twitter.com/SaveChildrenIT
http://www.youtube.com/user/savethechildrenIT
VOOM Portraits: a still life is a real life
Sempre più appassionato di videoarte, anche se solo all’ultimo giorno, sono riuscito a visitare la mostra multimediale VOOM Portraits firmata Robert Wilson. Si tratta di una serie di “ritratti” ad alcuni personaggi – da Brad Pitt a Winona Ryder, da Gao Xingjian allo scrittore William Pope – immortalati in sequenze che si ripetono in loop e che li vedono protagonisti di reinterpretazioni di famosi dipinti o come sospesi in un mondo innaturale e senza tempo. La cosa particolare, a ben vedere, è proprio quella che, nello stesso momento, ciò che vediamo tra le sale, è sia un ritratto, una foto, un gioco di luci, un’espressione, sia un susseguirsi di (quasi) impercettibili movimenti che rendono vive le immagini (perchè si tratta, anche se a volte sembrano passare secoli prima di notare un piccolo cambiamento, di una serie di immagini una dietro l’altra). Le opere che mi sono piaciute di più sono quelle riferite a due donne (poteva essere altrimenti?): la Dita Von Teese e il suo equilibrio “magico” di felliniana memoria e la principessa Carolina di Monaco in stile Grace Kelly, un’ombra più che una donna in carne ed ossa, lacerata dalla profonda “ferita” sulla schiena. La palma del più inquietante va invece a Steve Buscemi, nei panni di un macellaio che muove nervosamente mandibola e scarpe.
Probabilmente avrei apprezzato ancora di più la mostra se fosse costata un po’ di meno (capisco sia la nuova frontiera e che gli schermi ad alta risoluzione i più convenienti ma…) e se fossero state messe a disposizione delle sedie-pieghevoli-da-museo con le quali gustare senza fretta e senza patimenti le varie opere. Una nota di merito, invece, per il materiale fornito all’ingresso dal quale spicca, su tutte, una frase di Wilson che recita:
“Spesso le persone mi chiedono quale sia il significato delle mie immagini. Non do interpretazioni del mio lavoro. L’interpretazione spetta agli altri. Fissare il senso di un’opera ne limita la poesia e la possibilità di generare altre idee. Sono affermazioni personali e poetiche di personalità differenti.“
La videoarte firmata Pipilotti Rist
Sono da poco tornato al lavoro ma le vacanze da poco trascorse già sembrano lontane anni luce. Tra i ricordi più vivi di uno dei miei viaggi on holiday c’è sicuramente quello relativo alla piacevole giornata trascorsa tra le mura del Centro nazionale d’arte e di cultura Georges Pompidou che, tra le molte opere proproste, mi ha permesso di conoscere anche Pipilotti Rist, celebre videoartista svizzera di fama internazionale che – ho scoperto quasi per caso – proprio questi giorni presenta come regista alla Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione “Orizzonti”, la sua opera prima, “Pepperminta“.
L’installazione audio-video, intitolata A la belle étoile, è una sorta di viaggio senza sosta tra diversi universi ricchi di colore e luci, nei quali interno ed esterno si fondono sino a sparire (difficilissimo raccontare con parole l’esperienza vivisa!). Tra l’altro, cercando nella Rete, ho trovato anche la sua bellissima galleria di scatti variopinti, capici di rilassarmi e di appagare la mia vista come pochi altri. La speranza è quella di poter ammirare presto anche in Italia le opere di questa artista che ha saputo stupirmi con la semplicità e la leggerezza delle sue visioni.
Incontro con l’art senza Testa
Lo scorso sabato ho avuto il piacere (e l’onore) di partecipare a un incontro dal titolo “Comunicazione e Immagine” organizzato da Florilegio Ars Factory presso la Fabbrica del Vapore. Guest star del dibattito, Sergio Mascheroni, storico Art Director dell’agenzia Armando Testa, famoso per le campagne Martini (il mitico “No Martini No Party”), Gabetti, De Agostini… Un incontro davvero piacevole nel quale Mascheroni ha raccontato la propria esperienza in agenzia e le differenze con il suo attuale stato lavorativo di “freelance”, narrando alcuni aneddoti interessanti circa il proprio lavoro e la vita in agenzia (pare che il testimonial indicato per Martini inizialmente non fosse George Clooney ma Jack Nicholson) e alcuni riflessioni sul cliente ideale dal punto di vista lavorativo, sui progetti creativi “al tempo del web”, sull’organigramma operativo di un’agenzia e sulla nuova passione della regia. Mascheroni ha infatti scritto e diretto il film dal titolo: “Il cielo sotto la polvere“, pellicola indipendente girata a Milano – un gospel movie italiano – con la partecipazione di Ornella Vanoni. E’ incredibile quanto l’oretta di confronto insieme con domande, spezzoni video e testimonianze, si sia come dilatata nel tempo dando vita ad un incontro davvero interessantissimo, pregno di spunti e motivi di riflessione. Così, alla fine, nel momento del brindisi, impacciato e intontito da tanti stimoli costruttivi non ho saputo che dire: “Complimenti e in bocca al lupo per la carriera da regista”. Sorry.
Motionflow Contest, ci sarò!
Mi è stato oggi comunicato l’indirizzo dell’ultimo video che chiarisce un po’ il “mistero” che aveva alimentato la curiosità di appassionati calciofili e di acrobati di football freestyle. Il velo è stato tolto e ora sono (finalmente) trapelati maggiori dettagli circa il Motionflow Contest, l’evento che si terrà all’Ippodromo del Galoppo di Milano il prossimo giovedì 21 maggio. Nella serata 200 palleggiatori si esibiranno per contendersi un ruolo da protagonista nella prossima campagna di comunicazione di Sony (7 di loro saranno saranno infatti selezionati da una giuria presieduta dal trio delle meraviglie Baresi, Massaro e Kakà). Ahimè, il calcetto su campi di cemento ha reso le mie caviglie frigili come cristalli, ma per fortuna, anche senza dover caricare un video con le mie magie (sono più un giocatore di contenimento e ripartenze), mi sono potuto registrare al sito dell’iniziativa per poter partecipare come pubblico. E chissà non riesca a strappare anche qualche scatto ai miei paladini rossoneri (e magari una anche al mitico Bruno Longhi che si occuperà del commento tecnico).
Le visioni interiori di Bill Viola
La mostra che ho potuto ammirare lo scorso martedì al Palazzo delle Esposizioni di Roma mi ha permesso di conoscere l’arte di Bill Viola, uno dei massimi esponenti di quel genere di artisti contemporanei che si esprimono tramite sequenze video e installazioni che riescono a coinvolgere appieno gli spettatori rendendoli partecipi di un’esperienza che non risulta solamente visiva ma anche (e soprattutto) emotiva. Rallentando il ritmo delle proprie riprese, il tempo si dilata e in questo modo i sensi paiono maggiormente ricettivi, pronti a percepire ogni singolo movimento, ogni singolo cambiamento nel volto di una persona che, pian piano, frame dopo frame, mostra stupore, dolore, rabbia, e che, entrando in contatto con elementi naturali quali il fuoco o l’acqua, pare abbandonare la materialità del proprio corpo. E così volti, mani, sguardi, sospesi in sfondi adimensionali, riflessi su specchi d’acqua immobili paiono fondersi, diventano maschere, espressioni statiche eppure ogni secondo diverse che nella loro silenziosità riescono a comunque a comunicare e a far intraprendere al pubblico che le ammira quel percorso conoscitivo di/su noi stessi che tanto sta a cuore all’artista nato a New York. Un’esperienza impegnativa (alcuni video durano davvero molto, tanto che lo stesso Viola indica in 7 ore il tempo necessario per gustare al meglio la mostra), che sicuramente avrebbe meritato una visione più tranquilla e più libera (ultimo giorno dell’esposizione, notevolissimo afflusso di gente), ma che, almeno per la parte inziale, ho apprezzato molto.
Sithome, parola agli spettatori del web
La scorsa settimana ho partecipato al MediaCamp Roma, una unconference nella quale ho potuto conoscere il progetto Sithome. L’iniziativa ha l’intento di creare una sitcom completamente scritta dagli utenti. Dopo la messa in onda della puntata zero nella quale vengono presentati i protagonisti infatti, lo screttro passa agli spettatori della Rete che saranno liberi di proporre i soggetti delle puntate successive. Niente di complicato anzi: occorre leggere il regolamento e poi scrivere 4-5 righe di spiegazione per far capire come muovere i protagonisti all’interno della casa. Al termine della settimana verrà individuato il soggetto migliore che sarà sviluppato da parte degli autori e poi completato con riprese e montaggio. Insomma un progetto in pieno stile web 2.0 che merita sicuramente una segnalazione se non altro perchè nella sezione “Chi siamo”, indica lo scopo dell’iniziativa come tentativo “diverso e originale in un panorama che non lascia molto spazio ai giovani“. In bocca al lupo, spero di trovare il tempo per contribuire in prima persona con un soggetto.
ForestLove
L’estate si sa è un periodo decisamente sensuale e l’erotismo, forse in virtù del fatto che la gente si spoglia nel tentativo di fuggire alla calura, da velato si fa decisamente più concreto. Prendendo la palla al balzo, dopo questa introduzione sibillina (?!?) segnalo l’originale iniziativa di Greenpeace e del video ForestLove con il quale la storica associazione internazionale per la difesa del pianeta tenta di sensibilizzare il grande pubblico sul problema del degrado delle foreste del mondo. Il fimato lascia spazio a gemiti e carezze tra alberi e arbusti giocando su un sapiente collage di sensualità e ironia. Le allusioni terminano poi con la scritta: «Come together for forests», slogan più che ambiguo che sottende però anche all’unione nella battaglia politica. “Volevamo essere certi che durante l’estate i commissari dell’Unione Europea non dimenticassero la nostra campagna e la nostra causa” hanno spiegato da Greenpeace: beh, credo che si siano riusciti.