Anch’io in meta grazie a h&s

H&S BuzzKit

In occasione del torneo Sei Nazioni ho potuto calarmi appieno nei panni del vero fan del rugby superando, almeno in parte, anche la delusione per il cucchiaio di legno della nostra rappresentativa. Come è stato possibile? Grazie al “pacchettone” h&s che ho ricevuto alcuni giorni fa. H&S è infatti sponsor della nazionale italiana di rugby e proprio in virtù di questo rapporto ha realizzato un bellissimo kit con tutta la gamma degli shampoo, una mini palla da rugby (ormai inseparabile dal sottoscritto) e una sacca sportiva dove campeggia la scritta “h&s, un sacco di cose per la testa“. Leggendo il materiale informativo veicolato nella pendrive griffata, scopro che l’innovativa formula che caratterizza la linea di shampoo si basa sull’HydraZinc che permette allo Zinco Piritione (??) di essere più efficace – già dopo soli 9 lavaggi – contro la forfora e di contribuire così ai benefici del cuoio capelluto (tra l’altro, i cinefili sicuramente si ricorderanno che proprio lo shampoo Head&Shoulders – in Italia h&s , “accaesse” – salvò la terra dagli alieni nel film Evolution, quindi la sua efficacia mi pare più che provata, no?). Dopo aver provato l’intera gamma di shampoo ho optato per h&s Volume – le altre versioni sono h&s Classic, Classic 2 in 1 con balsamo, Mentol per avere una sensazione di freschezza e Citrus Fresh per capeli grassi – ideale per dare volume ai miei capelli finissimi. Ammetto di non aver mai acquistato gli shampoo h&s ma, dopo circa due settimane di utilizzo, posso dire in tutta sincerità di non aver individuato nessuna nota negativa legata ai prodotti: sono molto profumati, sono efficaci ma non agressivi ed è sufficiente una piccola porzione di shampoo per lavare al meglio i propri capelli. L’unico neo forse riguarda la distribuzione del prodotto che ancora non si trova in tutti i punti vendita. Ma in fondo Carrefour, Auchan, Lidl, Conad, Despar, Sma, Panorama e Acqua & Sapone (questi i negozi nei quali trovarei prodotti h&s), sono supermercati molto diffusi nel territorio.

Twitterellando per la Capitale

rome_twestivalUn amico ha voluto, quasi a mia insaputa, iscrivermi al Rome Twestival. Non utilizzo Twitter da molto ma considero uno strumento utile e divertente, meno impegnativo di FriendFeed e più costruttivo di Facebook. E così, dopo il lavoro, decido di lasciarmi trascinare da questo minievento digital, dando libero sfogo alla mia sete di tecnologia comunicativa. Il mio prode scudiero nonostante il suo iphone con tanto di navigatore non riesce a destreggiarsi nei vicoli di Campo dei Fiori, continuando a zoomare allargando le dita della mano nel vano tentativo di farmi morire di invidia per il suo touchscreen. Dopo aver vagato un po’ a zonzo, decido di prendere le redini della situazione e impavido fermo una suora chiedendole, con cortesia, di indicarmi “via del pellegrino” (in fondo, chi meglio di lei può saperlo?). Riesco così ad arrivare al luogo prescelto per l’incontro, il cocktailbar Femme. Stringo la mano ai primi arrivati, consegno moocard ai più fortunati (ne porto con me sempre troppo poche) e compilo un foglietto che indica il mio username nel caso qualcuno dei presenti volesse da domani seguire i miei status, attaccandolo con una spilla da balia al maglione. Il tempo passa, si formano dei gruppetti, mangio qualcosa e bevo analcolico-fruttato. Dopo un po’ abbandono con un retrogusto amaro in bocca. Avevo sentito di grandi numeri all’estero e anche in questa occasione la capitale non ha saputo soprendermi piacevolmente. Alla serata sono forse mancati i momenti di condivisione web 2.0 che auspicavo. Per carità, forse è dipeso anche dal mio atteggiamento e dal mio modo di essere – non proprio l’espansività e la loquacità fatte uomo – però in alcuni frangenti mi si è insinuato il dubbio che alla serata avessero partecipato persone che già si conoscevano e che i loro discorsi fossero un po’ troppo web-style, troppo vicini a quelli fatti ogni giorno in Rete nonostante la presenza in carne e ossa offline. Comunque sia, un plauso a chi ha voluto realizzare l’incontro va fatto, diffondere un utilizzo più consapevole di Internet è una missione da elogiare (come quella del CharityWater), soprattutto in Italia dove forse alcuni mezzi sono ancora ad esclusivo appannaggio dei cosiddetti “nerd” (tra i quali, il sottoscritto). In bocca al lupo per le prossime occasioni!

Actimel, rinforzarsi con gusto

buffet2Lo scorso venerdì ho avuto il piacere di partecipare, presso il Nhow di Milano, all’incontro organizzato attorno ad uno dei prodotti di punta di Danone, Actimel, cibo probiotico da utilizzare per rafforzare le difese naturali del proprio organismo. L’evento, occasione di confronto con blogger e utenti di forum, è da inquadrare nella sfera di quella che potremmo chiamare “informazione attiva”. Actimel infatti non rappresenta un nuovo lancio – anche se da non molto la gamma presenta anche yogurt con lo 0,1% di grassi – ma un’iniziativa per spiegare proprietà (e benefici) difficilmente veicolobili attraverso i media classici. In fondo, come ribadito più volte nel corso della serata, la mission prima di Danone è quella di “promuovere la cultura della salute attraverso l’alimentazione” e, considerando che il web può essere immaginato come una discussione in continua evoluzione, allora si può ben comprendere l’attenzione del brand verso il mondo online, sempre più interrogato per trovare risposte ai propri dubbi e al contempo sempre più credibile come fonte informativa. buffet1
E così, grazie alle presentazioni che hanno anticipato il ricco buffet, ho scoperto che il 70% delle nostre difese si trova nell’intestino e che la tematica delle difese naturali non riguarda solo bambini in fase di crescita ma anche gli adulti che a causa di stress, stili di vita intensa e alimentazione non corretta, possono vedere alterato l’equilibrio che sottende un buono stato di salute. E allora largo – anche grazie alla ricca scorta della quale, a fine serata, sono stato fornito – al fermento L. Casei Imunitass di Actimel (prodotto che sinora, confesso, non aveva mai attirato la mia attenzione), che aiuta a mantenere l’equilibrio della flora intestinale favorendo i batteri “buoni” contro l’attacco di microrganismi patogeni che minacciano la salute del nostro corpo.

p.s.=mi permetto, inoltre, di segnalare dal sito ufficiale, la “mappa dell’influenza” e il co-marketing con Norton Internet Security 2009 “contro le minacce esterne”

TamTamy, il mio social network

TamTamyDa un po’ mi ero annotato l’appunto di visitare  TamTamy attirato dal claim “crea il tuo social network“. E così, quando finalmente ho avuto del tempo a disposizione per provare il servizio per la creazione di enterprise social network, non ho saputo resistere alla possibilità di avere 1 giga a disposizione e 100 potenziali user con i quali dialogare. Tam Tamy, infatti, altro non è che una piattaforma  modo semplice e veloce per creare una community attraverso la quale condividere video, foto, file e pagine personali. Un luogo di aggregazione virtuale insomma dove poter comunicare con gli altri membri del network tramite commnenti, wiki e chat. Alla base di tutto una tecnologia “aperta” di RSS, AJAX, API e Widget capaci di conferire alla struttura modularità e flessibilità (Tam Tamy nasce dall’esperienza di Reply). Dopo la registrazione ho potuto così creare in maniera gratuita il “mio” Italian Bloggers Social Network. Accedendo al Pannello Amministrazione ho potuto caricare il mio logo, scegliere una skin, inserire la prima News e attivare varie funzioni settando i parametri di mio interesse. Ovviament tutti i blogger sono inviatati ad iscriversi, le potenzialità dello strumento (ancora in fase beta) si possono solo intravedere finché i partecipanti attivi alla community sono pochi. Tuttavia l’esperimento stuzzica le mie fantasie Web 2.0.

Loghi d’Italia a Castel Sant’Angelo

loghi_italiaUn logo è il modo con il quale una brand comunica a noi potenziali consumatori la propria essenza, il proprio stile, la propria visione del mondo, le proprie qualità e peculiarità. E’ in qualche modo un occhio, uno spettro dell’anima che ci ammicca e che noi, lasciandoci sedurre, non solo siamo in grado di riconoscere con facilità, ma identifichiamo come sintesi di valori che condiviamo e che vogliamo esternare a chi ci circonda. Per questi motivi, appena ho avuto un momento libero, mi sono precipitato a visitare la mostra Loghi d’Italia – storie nell’arte di eccellere, in quell’incantevole cornice sospesa nel tempo che è Castel Sant’Angelo. Il percorso interattivo è un viaggio artistico-culturale nella creatività imprenditoriale italiana, da alcune delle più antiche aziende nostrane (Peroni, Perugina e Lagostina) ai giorni nostri (Benetton, Guzzini). Tra caroselli e oggetti di design, la mostra fotografa l’evoluzione del messaggio pubblicitario nel corso degli anni. Proprio nei loghi è infatti possibile apprezzare la fusione di arte e cultura, specchio sempre nuovo di una società in continuo mutare. E vedendo le sorpresine del Mulino Bianco, le vecchie trafile della Pasta Barilla, gli episodi con protagonisti La linea, i Caroselli del Caffé Paulista o le prime pubblicità della Vespa, una certa nostalgia non può non affiorare. Il costo per l’accesso al museo potrebbe spaventare ma in fondo la mostra e il luogo nel quale è possibile visitarla appagano appieno il prezzo del biglietto.

Valzer con Bashir (…la storia si ripete)

valzer bashirLa mia mente associa in maniera pressoché automatica film di animazione a divertimento, spasso, buoni sentimenti, ilarità. E invece pochi giorni fa mi sono dovuto in parte ricredere vedendo una pellicola davvero singolare, che ho molto apprezzato. Si tratta di Valzer con Bashir, opera cartoonesca che racconta del massascro avvenuto nei primi anni Ottanta a Sabra e Chatila (e che inevitabilmente traccia una linea tra passato e presente in una zona, quella del Medio Oriente, ancora oggi martoriata da conflitti armati, odio e violenza). Il film, dell’israeliano Ari Folman, mi ha sin dalle prime battute ricordato Full Metal Jacket, solo in versione onirico-introspettiva nella quale l’attuale è più volte interrotto dai flash back. Il vero protagonista a ben vedere è però il ricordo. O meglio il non ricordo. Un uomo, sulla scia delle riflessioni/angosce di un amico di gioventù, cerca di scavare nel proprio passato accorgendosi quasi improvvisamente di avere delle zone d’ombra nella propria memoria, di sapere perfettamente di essere stato in una determinata zona per un determinato periodo di tempo, ma di non riuscire a delineare cosa gli sia successo in quel lasso di tempo, di cosa sia stato testimone, volontario o meno. E così risente vecchi compagni di avventura inseguendo i ricordi che mancano all’appello. Ma il cammino è impervio e c’è il rischio che nella foga di scavare a ritroso, non ci si renda conto che la verità che si brama, pur legata ad avvenimenti remoti, può avere ricadute anche sul presente, sul modo di essere e di porsi nei confronti della vita. Sempre ammesso e non concesso che una lettura dei propri trascorsi sia fattibile, sia la cruda verità e non una rappresentazione filtrata dall’istinto di soppravvivenza che cancella ciò che la mente non è bene ricordi. Un film riuscito non c’è che dire (a ripopra di ciò, la pellicola è già pluripremiata) capace di presentare l’orrore della morte e, di contro, la vitalità della giovinezza, con molto tatto, con una delicatezza che forse solo l’animazione consente. A riportare lo spettatore alla realtà però, a ricordare a tutti che non si tratta di una favola disneyna, le immagini non più frutto di elaborazioni digitali, vere, reali, delle ultime sequenze che ci invitano a non dimenticare. E a impegnarci perchè non si ripetano più tragedie analoghe.

Dada, the Music Movement

dada_musicDada Music Movement è una grande community musicale che offre ai propri iscritti moltissime possibilità. La registrazione è gratuita e permette di navigare in uno spazio interattivo e dinamico dove ascoltare (full streaming) e scaricare musica in abbonamento (drm free, con contenuti anche per il cellulare) ma anche nel quale è possibile, creando un proprio profilo e interrogando il database dei tanti iscritti, cercare nuove amicizie per scambiare messaggi e opinioni sui propri artisti preferiti. La piattaforma Dada Music Movement consente inoltre di creare all’interno dei propri personal space un forum, un blog e una sezione per upload di foto e video. La tecnologia alla base dello spazio Dada.net offre una modularità e flessibilità che consentono di personalizzare le singole funzioni in maniera semplice e intuitiva (oltre a numerosi widget il proprio spazio si può arricchire anche con friend$, il programma gratuito basato su Google AdSense; carina anche l’idea della scelta di una canzone per esprimere il proprio mood). A proposito di musica, navigando tra i contenuti proposti (forse sarebbe stato utile realizzare un motore di ricerca più “intelligente” che, in caso di errore di battitura, aiuti l’utente… alcuni artisti mancano, di altri ci sono ci sono solo cover tributo… e poi Smashing Pumpkins e The Smashing Pumpkins non sono due artisti diversi), per rendere più appealing il mio personal space ho stilato una mia compilation – non una classifica sia chiaro – 15 brani da ascoltare appena svegliati la mattina per riprendere contatto con il mondo e scollarsi di dosso l’inevitabile stanchezza. Avrei voluto inserire direttamente il Dada Player con la mia playlist qui nel mio blog: dopo aver personalizzato colori e formato del box è bastato cliccare su Includi nel tuo blog per ottenere con facilità il codice da importare nel template ma versione gratuita in uso non ama Jave e Flash, sob. Poco male, ecco i brani che mi sento di proporre, buon ascolto a tutti!

1. Today, Smashing Pumpkins
2. No Surprise, Radiohead
3. Breakthru, Queen
4. Life On Mars?, David Bowie
5. Do You Realize?, Flaming Lips
6. The Scientist, Coldplay
7. Pulp, Disco 2000
8. The End Has No End, Strokes
9. Wonderwall, Oasis
10. Maybe Tomorrow, Stereophonics
11. Everlong, Foo Fighters
12. Coffe and Tv, Blur
13. Buddy Holly, Weezer
14. Bohemiam Like You, Dandy Warhols
15. Erase Rewind, Cardigans

p.s.= leggendo in maniera approfondita ho scoperto che attraverso Dada è possibile scaricare anche sms informativi by RCS (Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Astra e Novella 2000…)

Le visioni interiori di Bill Viola

surrender_bill_violaLa mostra che ho potuto ammirare lo scorso martedì al Palazzo delle Esposizioni di Roma mi ha permesso di conoscere l’arte di Bill Viola, uno dei massimi esponenti di quel genere di artisti contemporanei che si esprimono tramite sequenze video e installazioni  che riescono a coinvolgere appieno gli spettatori rendendoli partecipi di un’esperienza che non risulta solamente visiva ma anche (e soprattutto) emotiva. Rallentando il ritmo delle proprie riprese, il tempo si dilata e in questo modo i sensi paiono maggiormente ricettivi, pronti a percepire ogni singolo movimento, ogni singolo cambiamento nel volto di una persona che, pian piano, frame dopo frame, mostra stupore, dolore, rabbia, e che, entrando in contatto con elementi naturali quali il fuoco o l’acqua, pare abbandonare la materialità del proprio corpo. E così volti, mani, sguardi, sospesi in sfondi adimensionali, riflessi su specchi d’acqua immobili paiono fondersi, diventano maschere, espressioni statiche eppure ogni secondo diverse  che nella loro silenziosità riescono a comunque a comunicare e a far intraprendere al pubblico che le ammira quel percorso conoscitivo di/su noi stessi che tanto sta a cuore all’artista nato a New York. Un’esperienza impegnativa (alcuni video durano davvero molto, tanto che lo stesso Viola indica in 7 ore il tempo necessario per gustare al meglio la mostra), che sicuramente avrebbe meritato una visione più tranquilla e più libera (ultimo giorno dell’esposizione, notevolissimo afflusso di gente), ma che, almeno per la parte inziale, ho apprezzato molto.

Head to Head – Political Portraits

political_portraitsNon nutro molto interesse per la politica, soprattutto per quella nostrana. Dopo aver analizzato e confrontato per un esame universitario gli speech delle campagne elettorali di Clinton e di Blair, ho però scoperto di avere una certa curiosità nei confronti del modo di comunicare le idee e i valori – al di là dell’essere o meno d’accordo sui contenuti dei messaggi politici – dei rappresentanti politici esteri che, almeno ai miei occhi di spettatore non direttamente interessato, paiono meno vittime dello sterile botta e risposta nazionale. L’oggetto del mio interesse si era però sempre limitato al linguaggio verbale, avevo inconsapevolmente lasciato da parte la comunicazione tramite immagini, componente oggi più che mai importante. Una mostra che ho recentemente avuto modo di visitare al Museo del Design di Zurigo – dal titolo Head to Head, Political Portraits – mi ha permesso di approfondire alcune delle tecniche in uso mediante le quale interagire con l’elettorato e trasmettere, attraverso delle locandine, dei messaggi circa la propria visione politica. Un interessantissimo viaggio tra le differenti strategie utilizzate per presentare sé stessi, per tentare di innalzare il proprio prestigio tra il pubblico o per denigrare l’avversario. Sezione di Berlusconi a parte – sin già troppo nota – la mostra si è rivelata un percorso tra alcune delle più noti esponenti del mondo politico, da Hitler a Obama, davvero ben fatto. Due in particolare le figure che hanno attirato la mia attenzione per quell’aspetto entertainment (grazie alle quali la politica si fonde con lo spettacolo e il gossip), del loro modo di porsi nei confronti dei cittadini: Yulia Tymoshenko e Arnold Schwarzenegger, due personaggi in grado – nel bene o nel male non risulta questo per il sottoscritto il nocciolo della questione – di presentare una personale quanto originale immagine del proprio essere e del proprio modo di intendere la funzione pubblica.

Palermo Shooting

palermo_shootingGià dal titolo si può facilmente intuire come Palermo Shooting sia un film sul tema della fotografia e sull’arte di raccontare il mondo per immagini. Non ho potuto quindi, guardando l’ultima fatica di Wenders, non pensare al bellissimo libro di Roland Barthes, La camera chiara, e a quello che lo studioso francese definisce come Spectrum, il bersaglio, l’oggetto della foto: il termine se da una parte richiama la parola spettacolo, dall’altra suggerisce anche “quella cosa vagamente spaventosa che c’è in ogni fotografia […], la raffigurazione della faccia immobile e truccata sotto la quale noi vediamo i morti”. Il protagonista della pellicola è un fotografo abituato a manipolare la realtà che immortala con l’ausilio della sua macchinetta per renderla più gradevole ed efficace, come in una sorta di puzzle nel quale i vari pezzi risultano intercambiali ma la con un’unica esatta combinazione. Una sera però un incontro inaspettato quanto fortuito gli permette di imprimere nella pellicola ciò che per definizione risulta inafferrabile: la morte. Inizia così un turbamento emotivo e psicologico dove sogno e realtà si mescolano sino a confondersi, nel quale l’uomo si interroga sul significato della propria esistenza. A metà strada tra Il posto delle fragole e Il Settimo Sigillo, il film di Wenders scava nell’inconscio dello spettatore e attraverso sequenze oniriche, dialoghi stringati e un ritmo lento, quasi delle riflessioni a voce alta del protagonista della pellicola – che poi a ben vedere si può identificare con l’alter-ego del regista tedesco – alla ricerca di risposte alle questioni profonde con cui l’uomo (e l’artista in primis) si arrovella da sempre. Nel complesso il film riesce però a metà, diventando più una sorta di omaggio al potere insito nella raffigurazione del reale (fissa e in movimento) che una propria interpretazione originale circa il medium “immagine” o dei ragionamenti su “vita e amore” come scritto nella locandina dell’opera cinematografica.