Da un po’ mi ero annotato l’appunto di visitare TamTamy attirato dal claim “crea il tuo social network“. E così, quando finalmente ho avuto del tempo a disposizione per provare il servizio per la creazione di enterprise social network, non ho saputo resistere alla possibilità di avere 1 giga a disposizione e 100 potenziali user con i quali dialogare. Tam Tamy, infatti, altro non è che una piattaforma modo semplice e veloce per creare una community attraverso la quale condividere video, foto, file e pagine personali. Un luogo di aggregazione virtuale insomma dove poter comunicare con gli altri membri del network tramite commnenti, wiki e chat. Alla base di tutto una tecnologia “aperta” di RSS, AJAX, API e Widget capaci di conferire alla struttura modularità e flessibilità (Tam Tamy nasce dall’esperienza di Reply). Dopo la registrazione ho potuto così creare in maniera gratuita il “mio” Italian Bloggers Social Network. Accedendo al Pannello Amministrazione ho potuto caricare il mio logo, scegliere una skin, inserire la prima News e attivare varie funzioni settando i parametri di mio interesse. Ovviament tutti i blogger sono inviatati ad iscriversi, le potenzialità dello strumento (ancora in fase beta) si possono solo intravedere finché i partecipanti attivi alla community sono pochi. Tuttavia l’esperimento stuzzica le mie fantasie Web 2.0.
Autore: umbazar
Loghi d’Italia a Castel Sant’Angelo
Un logo è il modo con il quale una brand comunica a noi potenziali consumatori la propria essenza, il proprio stile, la propria visione del mondo, le proprie qualità e peculiarità. E’ in qualche modo un occhio, uno spettro dell’anima che ci ammicca e che noi, lasciandoci sedurre, non solo siamo in grado di riconoscere con facilità, ma identifichiamo come sintesi di valori che condiviamo e che vogliamo esternare a chi ci circonda. Per questi motivi, appena ho avuto un momento libero, mi sono precipitato a visitare la mostra Loghi d’Italia – storie nell’arte di eccellere, in quell’incantevole cornice sospesa nel tempo che è Castel Sant’Angelo. Il percorso interattivo è un viaggio artistico-culturale nella creatività imprenditoriale italiana, da alcune delle più antiche aziende nostrane (Peroni, Perugina e Lagostina) ai giorni nostri (Benetton, Guzzini). Tra caroselli e oggetti di design, la mostra fotografa l’evoluzione del messaggio pubblicitario nel corso degli anni. Proprio nei loghi è infatti possibile apprezzare la fusione di arte e cultura, specchio sempre nuovo di una società in continuo mutare. E vedendo le sorpresine del Mulino Bianco, le vecchie trafile della Pasta Barilla, gli episodi con protagonisti La linea, i Caroselli del Caffé Paulista o le prime pubblicità della Vespa, una certa nostalgia non può non affiorare. Il costo per l’accesso al museo potrebbe spaventare ma in fondo la mostra e il luogo nel quale è possibile visitarla appagano appieno il prezzo del biglietto.
Valzer con Bashir (…la storia si ripete)
La mia mente associa in maniera pressoché automatica film di animazione a divertimento, spasso, buoni sentimenti, ilarità. E invece pochi giorni fa mi sono dovuto in parte ricredere vedendo una pellicola davvero singolare, che ho molto apprezzato. Si tratta di Valzer con Bashir, opera cartoonesca che racconta del massascro avvenuto nei primi anni Ottanta a Sabra e Chatila (e che inevitabilmente traccia una linea tra passato e presente in una zona, quella del Medio Oriente, ancora oggi martoriata da conflitti armati, odio e violenza). Il film, dell’israeliano Ari Folman, mi ha sin dalle prime battute ricordato Full Metal Jacket, solo in versione onirico-introspettiva nella quale l’attuale è più volte interrotto dai flash back. Il vero protagonista a ben vedere è però il ricordo. O meglio il non ricordo. Un uomo, sulla scia delle riflessioni/angosce di un amico di gioventù, cerca di scavare nel proprio passato accorgendosi quasi improvvisamente di avere delle zone d’ombra nella propria memoria, di sapere perfettamente di essere stato in una determinata zona per un determinato periodo di tempo, ma di non riuscire a delineare cosa gli sia successo in quel lasso di tempo, di cosa sia stato testimone, volontario o meno. E così risente vecchi compagni di avventura inseguendo i ricordi che mancano all’appello. Ma il cammino è impervio e c’è il rischio che nella foga di scavare a ritroso, non ci si renda conto che la verità che si brama, pur legata ad avvenimenti remoti, può avere ricadute anche sul presente, sul modo di essere e di porsi nei confronti della vita. Sempre ammesso e non concesso che una lettura dei propri trascorsi sia fattibile, sia la cruda verità e non una rappresentazione filtrata dall’istinto di soppravvivenza che cancella ciò che la mente non è bene ricordi. Un film riuscito non c’è che dire (a ripopra di ciò, la pellicola è già pluripremiata) capace di presentare l’orrore della morte e, di contro, la vitalità della giovinezza, con molto tatto, con una delicatezza che forse solo l’animazione consente. A riportare lo spettatore alla realtà però, a ricordare a tutti che non si tratta di una favola disneyna, le immagini non più frutto di elaborazioni digitali, vere, reali, delle ultime sequenze che ci invitano a non dimenticare. E a impegnarci perchè non si ripetano più tragedie analoghe.
Dada, the Music Movement
Dada Music Movement è una grande community musicale che offre ai propri iscritti moltissime possibilità. La registrazione è gratuita e permette di navigare in uno spazio interattivo e dinamico dove ascoltare (full streaming) e scaricare musica in abbonamento (drm free, con contenuti anche per il cellulare) ma anche nel quale è possibile, creando un proprio profilo e interrogando il database dei tanti iscritti, cercare nuove amicizie per scambiare messaggi e opinioni sui propri artisti preferiti. La piattaforma Dada Music Movement consente inoltre di creare all’interno dei propri personal space un forum, un blog e una sezione per upload di foto e video. La tecnologia alla base dello spazio Dada.net offre una modularità e flessibilità che consentono di personalizzare le singole funzioni in maniera semplice e intuitiva (oltre a numerosi widget il proprio spazio si può arricchire anche con friend$, il programma gratuito basato su Google AdSense; carina anche l’idea della scelta di una canzone per esprimere il proprio mood). A proposito di musica, navigando tra i contenuti proposti (forse sarebbe stato utile realizzare un motore di ricerca più “intelligente” che, in caso di errore di battitura, aiuti l’utente… alcuni artisti mancano, di altri ci sono ci sono solo cover tributo… e poi Smashing Pumpkins e The Smashing Pumpkins non sono due artisti diversi), per rendere più appealing il mio personal space ho stilato una mia compilation – non una classifica sia chiaro – 15 brani da ascoltare appena svegliati la mattina per riprendere contatto con il mondo e scollarsi di dosso l’inevitabile stanchezza. Avrei voluto inserire direttamente il Dada Player con la mia playlist qui nel mio blog: dopo aver personalizzato colori e formato del box è bastato cliccare su Includi nel tuo blog per ottenere con facilità il codice da importare nel template ma versione gratuita in uso non ama Jave e Flash, sob. Poco male, ecco i brani che mi sento di proporre, buon ascolto a tutti!
1. Today, Smashing Pumpkins
2. No Surprise, Radiohead
3. Breakthru, Queen
4. Life On Mars?, David Bowie
5. Do You Realize?, Flaming Lips
6. The Scientist, Coldplay
7. Pulp, Disco 2000
8. The End Has No End, Strokes
9. Wonderwall, Oasis
10. Maybe Tomorrow, Stereophonics
11. Everlong, Foo Fighters
12. Coffe and Tv, Blur
13. Buddy Holly, Weezer
14. Bohemiam Like You, Dandy Warhols
15. Erase Rewind, Cardigans
p.s.= leggendo in maniera approfondita ho scoperto che attraverso Dada è possibile scaricare anche sms informativi by RCS (Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, Astra e Novella 2000…)
Le visioni interiori di Bill Viola
La mostra che ho potuto ammirare lo scorso martedì al Palazzo delle Esposizioni di Roma mi ha permesso di conoscere l’arte di Bill Viola, uno dei massimi esponenti di quel genere di artisti contemporanei che si esprimono tramite sequenze video e installazioni che riescono a coinvolgere appieno gli spettatori rendendoli partecipi di un’esperienza che non risulta solamente visiva ma anche (e soprattutto) emotiva. Rallentando il ritmo delle proprie riprese, il tempo si dilata e in questo modo i sensi paiono maggiormente ricettivi, pronti a percepire ogni singolo movimento, ogni singolo cambiamento nel volto di una persona che, pian piano, frame dopo frame, mostra stupore, dolore, rabbia, e che, entrando in contatto con elementi naturali quali il fuoco o l’acqua, pare abbandonare la materialità del proprio corpo. E così volti, mani, sguardi, sospesi in sfondi adimensionali, riflessi su specchi d’acqua immobili paiono fondersi, diventano maschere, espressioni statiche eppure ogni secondo diverse che nella loro silenziosità riescono a comunque a comunicare e a far intraprendere al pubblico che le ammira quel percorso conoscitivo di/su noi stessi che tanto sta a cuore all’artista nato a New York. Un’esperienza impegnativa (alcuni video durano davvero molto, tanto che lo stesso Viola indica in 7 ore il tempo necessario per gustare al meglio la mostra), che sicuramente avrebbe meritato una visione più tranquilla e più libera (ultimo giorno dell’esposizione, notevolissimo afflusso di gente), ma che, almeno per la parte inziale, ho apprezzato molto.
Head to Head – Political Portraits
Non nutro molto interesse per la politica, soprattutto per quella nostrana. Dopo aver analizzato e confrontato per un esame universitario gli speech delle campagne elettorali di Clinton e di Blair, ho però scoperto di avere una certa curiosità nei confronti del modo di comunicare le idee e i valori – al di là dell’essere o meno d’accordo sui contenuti dei messaggi politici – dei rappresentanti politici esteri che, almeno ai miei occhi di spettatore non direttamente interessato, paiono meno vittime dello sterile botta e risposta nazionale. L’oggetto del mio interesse si era però sempre limitato al linguaggio verbale, avevo inconsapevolmente lasciato da parte la comunicazione tramite immagini, componente oggi più che mai importante. Una mostra che ho recentemente avuto modo di visitare al Museo del Design di Zurigo – dal titolo Head to Head, Political Portraits – mi ha permesso di approfondire alcune delle tecniche in uso mediante le quale interagire con l’elettorato e trasmettere, attraverso delle locandine, dei messaggi circa la propria visione politica. Un interessantissimo viaggio tra le differenti strategie utilizzate per presentare sé stessi, per tentare di innalzare il proprio prestigio tra il pubblico o per denigrare l’avversario. Sezione di Berlusconi a parte – sin già troppo nota – la mostra si è rivelata un percorso tra alcune delle più noti esponenti del mondo politico, da Hitler a Obama, davvero ben fatto. Due in particolare le figure che hanno attirato la mia attenzione per quell’aspetto entertainment (grazie alle quali la politica si fonde con lo spettacolo e il gossip), del loro modo di porsi nei confronti dei cittadini: Yulia Tymoshenko e Arnold Schwarzenegger, due personaggi in grado – nel bene o nel male non risulta questo per il sottoscritto il nocciolo della questione – di presentare una personale quanto originale immagine del proprio essere e del proprio modo di intendere la funzione pubblica.
Palermo Shooting
Già dal titolo si può facilmente intuire come Palermo Shooting sia un film sul tema della fotografia e sull’arte di raccontare il mondo per immagini. Non ho potuto quindi, guardando l’ultima fatica di Wenders, non pensare al bellissimo libro di Roland Barthes, La camera chiara, e a quello che lo studioso francese definisce come Spectrum, il bersaglio, l’oggetto della foto: il termine se da una parte richiama la parola spettacolo, dall’altra suggerisce anche “quella cosa vagamente spaventosa che c’è in ogni fotografia […], la raffigurazione della faccia immobile e truccata sotto la quale noi vediamo i morti”. Il protagonista della pellicola è un fotografo abituato a manipolare la realtà che immortala con l’ausilio della sua macchinetta per renderla più gradevole ed efficace, come in una sorta di puzzle nel quale i vari pezzi risultano intercambiali ma la con un’unica esatta combinazione. Una sera però un incontro inaspettato quanto fortuito gli permette di imprimere nella pellicola ciò che per definizione risulta inafferrabile: la morte. Inizia così un turbamento emotivo e psicologico dove sogno e realtà si mescolano sino a confondersi, nel quale l’uomo si interroga sul significato della propria esistenza. A metà strada tra Il posto delle fragole e Il Settimo Sigillo, il film di Wenders scava nell’inconscio dello spettatore e attraverso sequenze oniriche, dialoghi stringati e un ritmo lento, quasi delle riflessioni a voce alta del protagonista della pellicola – che poi a ben vedere si può identificare con l’alter-ego del regista tedesco – alla ricerca di risposte alle questioni profonde con cui l’uomo (e l’artista in primis) si arrovella da sempre. Nel complesso il film riesce però a metà, diventando più una sorta di omaggio al potere insito nella raffigurazione del reale (fissa e in movimento) che una propria interpretazione originale circa il medium “immagine” o dei ragionamenti su “vita e amore” come scritto nella locandina dell’opera cinematografica.
Sostegno a distanza con CCS
Il Centro Cooperazione e Sviluppo è una Onlus che consente di diventare sostenitore a distanza di un bambino che vive nelle zone più povere di Asia e Africa, formula di solidarietà che permette ai bimbi di frequentare la scuola, ricevere un’istruzione ed emanciparsi da situazioni di povertà e degrado, senza essere costretti ad abbandonare il proprio Paese d’origine, la propria famiglia, la comunità cui appartengono. I benefici però non riguardano solo ed esclusivamente le vite dei singoli bambini: i fondi vengono impiegati anche per favorire progetti di prevenzione sanitaria, di protezione dei soggetti più deboli, e di cooperazione delle comunità delle zone più povere del Sud del mondo. Le formule di sostegno sono tre (completo, scolastico e collettivo) e vengono supportate dalla corrispondenza (del bambino o del responsabile della scuola), da una foto recente, da un rapporto sulle varie attività nella Comunità e da un Rapporto Annuale circa le iniziate e i progetti dell’associazione con relativi dati di bilancio. Ovviamente è anche possibile la semplice donazione mediante versamento o bonifico, ma l’idea di contribuire direttamente alla missione per tentare di migliorare le condizioni di vita di un bambino e della sua comunità mediante progetti concreti, è la scelta di CCS che più mi solletica per regalare un Natale maggiormente sereno anche a chi sta vivendo un’infanzia certo più difficile di quanto lo sia stata la mia.
L’ultima notte dell’anno? Con Blogstar Game
Non posso non segnalare per chi come il sottoscritto vede i giorni passare e le idee originali per i regali natalizi continuare a latitare, la riproposizione del mitico Monopoly in versione Blogstar. Le regole di massima del gioco da tavolo rimango le stesse: i partecipanti, da 2 a 6, tirano il dado e avanzano sul tabellone mettendo alla prova le proprie capacità e la propria fortuna alla conquista della blogosfera. Lo scopo del gioco infatti è quello di accomulare popolarità attraverso l’acquisto, la cessione e lo scambio di blog con lo scopo di diventare il giocatore più celebre e guadagnare così la palma del blogger più influente. Da leggere anche se non si è interessati al gioco, i file (scaricabili gratuitamente in versione pdf, come tutte le altre componenti) degli imprevisti e delle opportunità. Complimenti davvero, questa versione è davvero una chicca, recupero subito dadi e amuleti e tento di scalare la classifica.
AAA cercasi antispam per Twitter
Con Twitter il microblogging ha conosciuto e sta conoscendo una notevole notorietà. La social messaging utility è utilizzata da uomini politici (BarackObama), sportivi (The_Real_Shaq) e da grandi network (la CNN ad esempio propone un canale che risulta ad oggi seguito da oltre 14.700 di profili) che usano i 140 caratteri a disposizione non solo per rispondere alla domanda “What are you doing?” ma anche per condividere con il proprio network di amici e conoscenti il loro status. Non solo azioni ma anche liberi pensieri o segnalazioni di link e news da diffondere nel web senza troppa fatica anche tramite i cellulari di “ultima generazione”. Insomma un modo veloce per parlare e tenersi aggiornati senza dover entrare troppo nello specifico, il compromesso ideale in un mondo come quello attuale nel quale la comunicazione è sempre più veloce. Il lato oscuro però non è tardato ad arrivare e così lo spam ha lambito anche le coste del micro-blogging sinora solo appena sfiorate dalle selvagge operazioni di marketing che espandendosi di profilo in profilo creando spesso solo un fastidioso rumore. Una delle cose da me maggiormente apprezzate è senza dubbio la possibilità di seguire chiunque voglia per default, senza dover lasciare alcuna richiesta in pending. Questa libertà si è però dimostrata in diverse occasioni un boomerang, una scorciatoia per profili legati ad agenzie pubblicitarie bramose di farmi conoscere a tutti i costi (anche in lingue a me sconosciute, sob) le loro ultime fantastiche (?!?) iniziative verso le quali nella stragrande maggioranza dei casi risulto non essere per nulla interessato. Personalmente sento questo approccio “dall’alto” come una notevole intrusione del mio spazio comunicativo e non esito a bloccare ogni profilo sospetto. D’altra parte però non demordo e romanticamente continuo a matenere il profilo “aperto” in piena ottica condivisione 2.0 nonostante il continuo crescere di contatti indesiderati. Non mi resta che giocare la carta Babbo Natale e chiedergli di regalarmi un antispam per Twitter…