Opinioni di un clown

Opinioni di un clown di Heinrich Boll è un libro che mi ha attratto per il titolo (fa parte della collana Classici Moderni Mondadori). Raccoglie, in una sorta di diario, le riflessioni e i ricordi di Hans Schnier, un clown di professione nella Germania del dopoguerra. In qualità di artista, attraverso le sue pantomime, analizza e critica in chiave comica il mondo borghese che si sta sempre più diffondendo in virtù del miracolo economico tedesco. Le sue riflessioni, le sue battute, fanno venire a galla le contraddizioni di una società che forse troppo rapidamente ha cambiato faccia, dimenticando in fretta le profonde ferite del conflitto bellico. A maggior ragione quando a causa di un infortunio al ginocchio e al contemporaneo abbandono della compagna Maria, Hans si ritrova solo e senza soldi in una Bonn nella quale, visti i suoi tanti viaggi, non sente il conforto di casa, le sue frecciate, i suoi giudizi diventano ancora più acidi nei confronti della famiglia – in particolare dei genitori – e delle persone che nel corso degli anni gli si sono avvicinate e che, a suo vedere, mancano di coerenza e basano la loro vita su valori effimeri e, spesso, di comodo. E così Hans, in preda allo sconforto più totale – arriva laddove un clown non dovrebbe mai spingersi, far pena, compassione agli altri – decide di rimettersi in gioco, prende la chitarra e un cuscino e corre ad esibirsi alla stazione dei treni, proprio nel giorno del carnevale: tra tante maschere forse il suo volto truccato di bianco è in realtà molto più vero e genuino di chi gli passa vicino e ascolta di sfuggita le sue canzoni.

Rispondi