Sono convinto che misurare il ROI dei social media sia una sfida difficilissima e forse, alla fine, nemmeno così costruttiva se banalmente si tenta di trasferire online una formula utilizzata in un contesto del tutto differente.
Ecco perché quando ho sentito della pubblicazione di Social Media ROI di Vincenzo Cosenza ho dapprima scaricato l’anteprima in pdf e poi ho acquistato il testo, curioso di conoscere il punto di vista di una di quelle persone le cui analisi e osservazioni seguo sempre con molto interesse.
Dopo una bella panoramica sul perché ogni azienda non possa oggi permettersi di ignorare la Rete, il libro entra nel vivo e inizia a presentare un programma di misurazione che consente il passaggio da una sperimentazione legata alla novità degli strumenti quali Facebook, Twitter, Flickr, LinkedIn, all’integrazione di questi nella strategia con la quale affrontare il mercato.
E qui sorge il primo problema: l’idea che Internet sia il più misurabile dei media – come ricordato dall’autore – finisce per essere una sorta di dogma da prendere per vero vista l’assenza di metriche accettate in maniera diffusa con le quali stabilire il successo o meno di attività di marketing.
Un’evoluzione, ad essere sinceri, c’è comunque stata: dalle impression, si è passati ai click e ora con l’assumere di sempre maggiore importanza del mondo social è emersa l’esigenza di parametri di valutazione differenti, focalizzati in maniera più precisa sulle caratteristiche di tali strumenti e sul tipo di interazioni che consentono agli utenti.
Diventa allora importante porsi sin dall’inizio degli obiettivi ai quali associare dei KPI (key performance indicators) per poter così iniziare a rendersi conto dei progressi realizzati nell’utilizzo di strumenti social che si è deciso di presidiare.
Uno degli aspetti che ho più apprezzato del libro è il continuo insistere sull’adozione di un modus operandi che preveda l’ascolto, la successiva pianificazione e poi, ad ogni singola azione, la misurazione di ciò che da essa è scaturito e la cui analisi finirà con l’influenzare gli step successivi.
Questo credo sia il punto centrale per il quale il testo vada letto. Al di là delle tante informazioni, delle tante metriche, dei tanti strumenti di analisi e di comunicazione analizzati.
Anche perché, d’altra parte, come lo stesso Vincenzo specifica, se possiamo dare per scontato che ogni azienda opera – perdonate la brutalità – per vendere di più, è altrettanto vero che non tutte le attività realizzate attraverso i social media devono essere misurate in termini di ritorno finanziario sull’investimento.
Il libro quindi, a ben vedere, nonostante il titolo ammiccante, non cade nel tranello di dare per scontato nulla ma anzi offre al lettore – dover aver presentato diverse chiavi di lettura – quella che rappresenta per tutti gli addetti ai lavori una sfida non da poco: la misurazione.
L’altro punto focale, a mio modo di vedere, che deriva da un metodo di lavoro improntato sulla misurazione di ogni singolo aspetto della propria presenza online è il rendersi conto di come il mondo del social non sia un’entità a sé rispetto alle dinamiche e ai modelli di gestione di un’azienda e di come questo “nuovo mondo” non rappresenti una minaccia ma un’opportunità. E che quindi, proprio per questi motivi, vada non solo accettato ma programmato con l’adozione, ad esempio, di un modello organizzativo ben preciso, di una social media policy e un programma di formazione multilivello.
Un libro davvero ricco di suggerimenti, analisi, esempi per capire come misurare la propria attività online e ottimizzarne la gestione, consigliatissimo.
L’unico piccolo neo risulta, a voler cercare l’ago nel pagliaio, è forse il prezzo di copertina: non ho avuto modo di acquistare il testo in versione ebook (da quanto ho capito molto più conveniente), il costo del libro in cartaceo mi pare elevato non tanto per i contenuti presentanti (ripeto: moltissimi gli spunti, davvero complimenti per il lavoro fatto) ma in relazione a un mondo, quello dell’online nel generale, dei social network in particolare, in continua evoluzione che rischia di far invecchiare rapidamente qualsiasi testo sull’argomento.