Da alcuni giorni Time Inc. (spinoff di Time Warner), che raggruppa oltre 90 tra i più noti magazine – tra i quali, oltre alla rivista Time, Fortune, People, NME, Marie Claire UK – ha annunciato che Entertainment Weekly sarà il primo periodico del gruppo a utilizzare il paywall.
Gli utenti avranno accesso a 10 articoli gratuiti al mese fruiti i quali sarà richiesta la registrazione alla testata: il lettore dovrà indicare un indirizzo di posta elettronica e le proprie aree di interesse. Così facendo avrà diritto ad altri 5 articoli aggiuntivi al mese – per un totale quindi di 15 contributi ogni 30 giorni – terminati i quali, per continuare la lettura, sarà richiesta la sottoscrizione di un abbonamento. Le tipologie di abbonamento saranno: 1,99 dollari al mese, 20 dollari all’anno, 25 dollari all’anno per l’offerta combinata digitale e cartaceo.
Quello utilizzato da EW.com sarà un cosiddetto metered paywall, una forma non troppo rigida che consentirà di leggere in maniera gratuita, anche una volta raggiunta la quota massima stabilita, i pezzi ai quali si accede attraverso i social media (foto e video, invece, continueranno a restare fruibili gratuitamente per tutti gli utenti).
Interessante notare come, dalle parole del CEO di Time Inc., Joe Ripp, emerga quale scopo principale dell’adozione del paywall, la possibilità da parte del gruppo di comprendere meglio le preferenze degli utenti rendendo così più flessibile la redazione e più reattiva nel valutare bisogni e aspettative dei “consumatori”. Il paywall, inoltre, permetterà all’ufficio (centralizzato) di vendita di spazi pubblicitari di proporre agli inserzionisti operazioni mirate a specifici target consentendo alla testata, contemporaneamente, di sfruttare al meglio i propri contenuti premium (materiale riservato ai soli abbonati come, ad esempio, gli speciali sull’ultima stagione di Mad Men e sull’uscita di Jurassic World).
La sfida è quella di fare in modo che il paywall non vada a ridimensionare eccessivamente il pubblico di lettori del sito della rivista che, per il mese di aprile, si è attestato sui 19,9 milioni di utenti unici.
Sul finire del 2013, con Sport Illustrated, l’allora Time Warner testò una modalità che consentiva agli utenti di accedere sin da subito – e per 24 ore – ai contenuti dell’edizione cartacea in versione digitale visualizzando, prima di intraprendere la lettura, un video pubblicitario di 30 secondi.
L’esperimento non fece registrare risultati di particolare rilevanza, l’auspicio dei dirigenti di Time Inc. è che invece il paywall possa essere utilizzato con successo via via da tutte le testate del gruppo.
Se i dati dei primi quattro mesi del 2015 fanno registrare un incremento dei guadagni provenienti dal comparto digitale, continua per Time Inc. la flessione in termini revenues totali. Considerando la recente acquisizione di FanSided, il gruppo, per ripianare i propri debiti, ha la necessità di individuare quanto prima una strategia valida da adottare.