#igersmilanonews: l’esperimento continua!

Instagram ha lanciato in questi giorni i feed anche via web. Il social network attorno alla fotografia, nato come applicazione per mobile per iPhone e poi acquistato da Facebook, sta continuando a evolvere senza perdere – almeno per ora – consensi (nel settembre 2012, lo stesso Mark Zuckerberg dichiarò il raggiungimento di quota 100 milioni di utenti per Instagram) e, nella mia personale classifica, è secondo solo a Twitter.

Anche il mio utilizzo sta “maturando”: sono molto più attendo all’utilizzo dei filtri, alla selezione e all’eventuale modifica delle immagini, all’uso degli hashtag e dei titoli. Insomma, anche se agli scatti “felini” non so restitere né trattenere un like, sto tentando di sfruttare la app in maniera intelligente (e, mi piace pensare, costruttiva).

Da questa consapevolezza, come scrivevo alcuni post fa, ho pensato, per il lancio del mio libro (nel quale Instagram è indicato come uno degli strumenti consigliati), di coinvolgere il team Igersmilano (che ringrazio ancora una volta per la disponibilità), per proporre agli appassionati #igersmilanonews, un hashtag pensato per chiunque voglia condividere foto-notizie di interesse pubblico.

L’iniziativa, nonostante i miei timori iniziali e il poco tempo a disposizione, ha avuto un discreto successo. E così, durante la presentazione a Milano del libro, ho avuto il piacere di premiare 3 scatti scelti per la coerenza con quanto avevo proposto alla community.

igersmilanonews_premiazione

Ma la cosa non è finita qui. Quello che è stato una sorta di test è diventato – lo dico con sommo orgoglio – una rubrica settimanale dell’instagramers milano magazine: ogni mercoledì sarà pubblicato uno scatto da me selezionato legato all’hashtag #igersmilanonews. Ieri, per esempio, abbiamo segnalato la foto caricata da @drosha, un’immagine di denuncia di un problema, quello della sicurezza sul lavoro, troppo spesso sottavolutato nel nostro Paese.

Che dire? Seguite IgersMilano e tutte le sue rubriche, utilizzate i diversi hashatag e… in bocca al lupo! igersmilano_magazine

Citizen Journalism con Instagram? Proviamoci! #igersmilanonews

instatweetawardsSi avvicina il giorno dell’uscita nelle librerie del mio NEWS(paper) REVOLUTION, aspetto con crescente trepidazione il fatidico giorno in cui vedrò la mia prima “fatica in solitaria” sugli scaffali delle librerie che sono solito frequentare. Con un barlume di lucidità nonostante l’entusiasmo alle stelle, per ingannare l’attesa, ho deciso di tentare una sorta di esperimento. In collaborazione con lo staff di IgersMilano (ringrazio sin da ora Orazio e tutto il team) ho pensato di coinvolgere la community di utenti di Instagram chiedendo loro di diventare reporter per un giorno. Come? Semplicissimo. Dal 13 al 20 gennaio prossimi, scattata una foto legata a un avvenimento/fatto di cronaca del quale si è stati testimoni (nulla di complicato, non pretendo scoop!), basterà caricare la foto utilizzando il particolare hashtag scelto per l’occasione – #igersmilanonews – per creare, insieme, un album dal quale verranno poi selezioni tre contributi (i migliori a insindacabile giudizio del “comitato” formato dal sottoscritto e dai rappresentanti di IgersMilano) che saranno premiati, in occasione dell’evento di presentazione del testo, il prossimo 24 gennaio (giorno di uscita ufficiale del saggio), con una copia cartacea con tanto di dedica del libro. L’idea è quella di dimostrare che anche Instagram (come indicato nel terzo capitolo, 3.4 Strumenti a supporto del giornalismo) è un valido strumento per rendere l’informazione più puntuale, multimediale e partecipata. Con la speranza possa risultare gradita e far registrare un’alta partecipazione, non mi resta che fare il mio personale “in bocca al lupo” a tutti coloro che vorranno essere parte integrante dell’iniziativa! Per tutti gli altri, l’appuntamento è, invece, in libreria, grazie.

Instatips, la guida (gratuita) alla fotografia via Instagram

instatipsSono sempre stato un appassionato di fotografia, mi piace gustare belle immagini e mi affascina anche l’idea di riuscire a fermare il mondo attraverso uno scatto. Da fanatico de La Camera Chiara di Roland Barthes più che all’attrezzatura ho sempre puntato alla ricerca del punctum, di quel particolare – assolutamente personale – che rende la foto una sintesi di emozioni. Una delle mie foto che ricordo con maggiore lucidità è ormai sbiadita: stavo visitando lo zoo di Sydney quando, oltre il recinto degli scimpanzé vidi un esemplare maschio, retto sulle due gambe posteriori che con un rudimentale bastone in mano, richiamare l’attenzione delle altre scimmie radunatisi davanti. Purtroppo il riflesso della luce nel vetro di protezione non rese lo scatto memorabile ma quell’immagine riesce ancora oggi commuovermi (e riesce anche a rimandarmi sempre e comunque alle famosa scena di 2001 Odissea nello spazio). Oggi non uso più una macchinetta fotografica ma porto sempre con me il mio smartphone con il quale mi piace raccontare e condividere le esperienze – dirette e meno – che mi vedono testimone. Come? Beh con Instagram (e Twitter, nonostante tutto)! Ecco perché non posso non segnalare una bellissima iniziativa realizzata da Media Word in collaborazione con Instagramers Italia che si è concretizzata in un ebook dal download gratuito che punta ad essere una guida alla fotografia realizzata a partire da contributi e consigli degli stessi utenti.
Dati degli temi-hashtag attorno ai quali sbizzarrire la proprio creatività, sono state scelte alcune immagini più rappresentative. Una delle quali è proprio un mio scatto con filtro (#Instatipsdigitalthings pagina 50). Si è molto parlato di Instagram in questi giorni: per la temuta minaccia della vendita delle immagini degli utenti, per la “guerra” con Twitter, per l’imminente (a quanto pare) avvento della pubblicità nel social network che ruota attorno a tag, foto e filtri. Nonostante gli allarmismi continuo ad rendere quadrati i miei scatti con l’applicazione tentando di correggerne le imperfezioni con i filtri, sperando di poter raccontare con immagini anche il 2013, ancora auguri a tutti!

Pinterest + Instagram = Pingram

La pinterestmania continua a diffondersi tanto che non solo, come ho scritto alcune settimane fa, iniziano a comparire i primi cloni del servizio ma c’è anche qualcuno che trova il modo di utilizzare un social network ripensandolo proprio sulla base dell’organizzazione tipica di Pinterest. Si tratta di Pingram progetto – ancora in fase beta – di Gennaro Varriale che unisce Pinterest con Istangram. Come? Pingram cattura i feed da Instagram (i propri , quelli del proprio network, quelli delle foto più popolari) e li propone esattamente come in una bacheca di Pinterest. Al momento l’interazione con i contenuti non è possibile, non si può commentare né gestire le varie immagini sistemandole in diverse “cartelle” (potrebbe essere carina l’idea di utilizzare eventuali tag per gestire in maniera automatica la “profilazione” delle foto). Si può solo utilizzare il tasto Pin it per ripubblicarle nel proprio profilo Pinterest. La navigazione delle immagini però risulta semplice e anche gli eventuali commenti risaltano maggiormente. Sarà interessante seguire gli sviluppi del progetto per capire come saranno affrontati gli aspetti legati al copyright.

Di pochi giorni fa la notizia che Flickr ha disabilitato dal sito la funzione di pinning per le immagini coperte da copyright, come reagirà Instagram all’accesso ai profili dei propri utenti da parte di un sito esterno quale Pingram?

Il tema del copyright è di assoluto rilievo. Come ha fatto giustamente notare Kirsten – appassionata di fotografia e avvocato – nelle condizioni di utilizzo di Pinterest si specifica che le responsabilità dei pin/repin è ad esclusivo carico degli utenti che dovrebbero in linea teorica ottenere l’esplicito permesso dal creatore dell’immagine/del video prima di fare il pin. Questo significa che se un utente caricasse illegalmente qualcosa sulla propria bacheca e per questo dovesse risponderne per vie legali, dovrebbe non solo pagare un proprio avvocato ma saldare anche le spese degli avvocati del servizio. Pin it.

Pinspire, la risposta italiana a Pinterest

Non molto tempo fa avevo presentato in un post le mie prime osservazioni su Pinterest. Il fenomeno da allora – e nel giro di pochissimo tempo – è esploso: le ultime notizie parlano di un incremento di traffico del 429% nell’ultimi tre mesi, tanto che per il settore retail al momento la bacheca social sembra uno strumento più adatatto del colosso Google+.

Il successo si misura anche nella misura in cui l’idea iniziale genera varianti locali. Ed ecco che quasi per caso mi sono imbattuto in Pinspire, un social network del tutto analogo a Pinterest, attualmente in versione beta e la cui iscrizione non necessita di invito: una volta registrati al servizio si possono segnalare nel proprio profilo/bacheca – attraverso delle puntine virtuali, le pin citate nel nome – le immagini che più ci piacciono, organizzandole per categorie. Si possono seguire profili,  essere informati sulla propria attività (i propri album, i pin, i mi piace e le mentions) e interagire nelle varie immagini cliccando mi piace sul cuoricino in alto a destra, commentando o effettuando il repin, una sorta di risegnalazione nel proprio album (la bacheca è formata da tanti album quante solo le categorie con le quali abbiamo deciso di organizzare le nostre immagini preferite).  E’ possibile condivedere le proprie segnalazione e, grazie all’utilizzo della @ nei commenti, anche consigliare l’immagine ad altri membri di Pinspire. L’aspetto probabilmente più interessante anche in questo caso è legato all’associazione tra prodotti – ad esempio di un canale e-commerce – e il bottone Pin It che presenta caratteristiche e funzioni del tutto simili ai pulsanti di Facebook e Twitter e che quindi può contribuire a diffondere e promuovere gli oggetti “vittime” delle pin (e quindi dell’attenzione degli utenti).

La parte Premi non mi è ancora del tutto chiara: la differenza sta nel fatto che gli oggetti “pinnati” hanno il prezzo ma non capisco l’associazione con la parola “premi” (e in ogni caso, rispetto a Pinterest, manca al momento una ricerca dei prodotti in base all’eventuale prezzo segnalato). La cosa particolare è che, nelle note legali, la società di riferimento per Pinspire è una certa Pinpire S.r.l. con sede a Milano. Scegliendo la bandierina italiana compaiono solo utenti “nostrani” – in maggior numero rispetto ai miei inizi su Pinterest – con i quali forse, almeno inizialmente, potrebbe essere più semplice interagire (nella homepage, giusto per farsi un’idea del social network, anche senza essere regisrati al servizio è possibile vedere i contenuti della sezione I più interessanti).

Armati di puntine non ci resta che corredare i nostri album con le immagini che preferiamo: fotogrammi di film, vestiti, dolci o paesaggi, coloriamo il nostro mondo e condividiamone i dettagli che più ci appassionano. Buon divertimento!

In viaggio. In quella poesia chiamata mondo.

Questo blog non ha un seguito così elevato. Ma l’idea di dare spazio a progetti interessanti legati al web e alla comunicazione resta comunque una delle sue prerogative. Ecco perchè nel momento in cui ho conosciuto Viagginversi mi è venuto quasi spontaneo porre alcune domande a Valeria Gentile,
i testi e le foto dietro la bella iniziativa itinerante che invito tutti a scoprire (e magari anche a supportare).

Come e da cosa nasce Viagginversi?

Viagginversi nasce da un pensiero libero su una spiaggia vuota di fine settembre 2010. E’ un progetto che unisce tutte le mie più grandi passioni: il viaggio, la poesia, il reportage, la fotografia, l’antropologia. Viagginversi, reportage itinerante sulle tracce dei nuovi poeti, vuole essere contemporaneamente sito internet con racconto a puntate, libro con illustrazioni, mostra fotografica itinerante, spettacolo teatrale, cd con letture e musiche dal mondo. E’ un progetto completamente autofinanziato e i primi tre capitoli (Libano, Giappone e Cina) sono consultabili gratuitamente sul sito. Sono partita da sola, affidandomi spesso a strepitose amicizie che negli anni ho nutrito miracolosamente un po’ ovunque nel mondo.

Viaggi e poesia: cosa unisce questi due mondi?

Ogni poesia è un viaggio. Un viaggio lento, impegnato, attraverso i meandri delle metafore e nelle viscere del nostro inconscio. Nello stesso tempo, ogni viaggio è una poesia. Perché è un movimento tortuoso e faticoso che parte da un punto conosciuto (la casa, la parola) e arriva agli estremi più lontani delle nostre esistenze possibili (la meta, l’espressione).

Che tipo di viaggiatrice sei?

Chi mi conosce ti direbbe che sono una viaggiatrice assorta, io ti direi istintiva. preferisco girare da sola e sentire sulla mia pelle ogni minimo dettaglio che quella terra può offrire, possibilmente senza programmare molto le tappe e le mete, andando a istinto, perdendomi anche, lasciandomi sorprendere dai percorsi della vita e incontrando persone locali sul mio tragitto.

Quali i libri sul tuo comodino in questo momento?

Scrivere è un tic di Francesco Piccolo, Il giorno del giudizio di Salvatore Satta, Il bene ostinato di Paolo Rumiz, L’Odissea, Psicomagia di Alejandro Jodorowsky, il libro del poeta palestinese Husam Alsabe e uno sulla poesia satirica in Sardegna.

Quali gli sviluppi futuri del tuo progetto?

Il prossimo capitolo è dedicato alla Palestina, dove sarò dal 5 al 20 di agosto col supporto di un’associazione umanitaria, per la quale curerò la sezione poetico-letteraria del programma di cooperazione allo sviluppo. A metà ottobre Viagginversi farà una visita al quartiere San Lorenzo a Roma, con l’appuntamento “Music, Books & Food”, aperitivo culturale proposto da Ghigliottina.it e Soul Kitchen.
Essendo un progetto completamente autofinanziato è fondamentale il contributo di tutti: sul sito è possibile fare una donazione, ricaricando una postepay o con bonifico da Iban o tramite PayPal.

Tantissimi complimenti e, alla vigilia di una nuova tappa, in bocca al lupo e ovviamente buon viaggio, Valeria! Non ci resta che rimanere in trepidante attesa di scoprire, tramite parole e immagini, terre lontane verso le quali vorremmo – almeno personalmente – partire all’istante.

[update: Viagginversi è diventato un libro edito da Exorma Edizioni, nelle librerie dal 13 maggio 2015]

 

Evento Sony United, il 3D che non ti aspetti

Il 16 settembre scorso ho avuto modo di partecipare all’evento Sony United, appuntamento riservato alla presentazione delle più succose novità del gruppo Sony.
Ques’anno gran parte dei lanci della casa giapponese saranno legati al mondo del 3D sul quale ormai quasi tutte le aziende legate alla sfera dell’entertainment sembrano aver puntato.
Ho così potuto ammirare – e, quando possibile, toccare con mano – i nuovi televisori Bravia, le fotocamere compatte con le quali realizzare foto (anche panoramiche) in 3D, il nuovo controller Playstation Move, gli occhialini per gustarsi appieno i titoli 3D stereoscopici e gli ebook Sony.
Due le cose che mi hanno colpito maggiormente. Da una parte sono rimasto assolutamente sconvolto da quella che all’apparenza sembrava una semplice foto sfocata ma che invece, una volta indossati gli occhialini, si è dimostrato essere uno scatto nel quale la tridimensionalità era resa perfettamente: si trattava della foto di una sorta di chiostro nella quale gli archi e tutti gli altri componenti architettoci, con gli occhiali 3D, davano all’immagine una profondità e un realismo incredibile.
La seconda novità che mi ha impressionato è la visione – in anteprima – del titolo di prossima uscita (si parla del gennaio 2011) Mondiali Fifa sudafrica 2010: anche in questo caso il blu-ray unito al 3D riesce a stupire per la sequenza di immagini – montate, con un lavorone, dalle riprese di 7 coppie di camere professionali Sony – nella quale tutto è talmente reale da spingere quasi ad allungare le mani per “toccare” quanto si vede. Nei movimenti veloci forse l’occhio ha bisogno di un po’ di tempo per abituarsi alla visione 3D, ma quando c’è qualcosa di pressochè statico – ad esempio quando Puyol alza la Coppa portato in trionfo dai compagni – tutto, compreso quello che di solito è il semplice “sfondo” degli spalti, sembra essere vivo, non una mera riproduzione visiva.
Anche guardando un altro filmato legato al mondo del mare – Oceani, ndr – ho potuto ammirare appieno la “potenza” del 3D: quando un branco di pesci o una anguilla ha puntato verso me spettatore, ho avuto la netta sensazione che qualcosa uscisse dallo schermo e si frapponesse tra me la tv.
La sezione “game” invece non mi ha riservato grandi soprese. Da possessore di Wii, Playstation Move non mi ha detto poi molto. E sinceramente, anche il gioco di tennis proposto in 3D – Virtual Tennis 4 – e lo sparatutto – Socom 4 se non ricordo male – giocato con il nuovo controller (si può davvero giocare “seriamente” uno sparattutto con il Move?!?) non mi hanno poi esaltato più di tanto. Diverso il discorso per la “demo” di Gran Turismo 5, in cui il 3D rende ancora più coinvolgente – ammesso che ce ne sia davvero il bisogno – il titolo (e la perenne fila per provare il simulatore non ha lasciato dubbi sulla bontà del connubio gt5+3D).
Un bell’appuntamento insomma, semplice quanto interessante. Per chiudere, un doveroso ringraziamento a Sony per avermi dato l’opportunità di partecipare all’iniziativa.

Kontroversen: a Vienna tra fotografia, etica e giustizia

In uno dei miei ultimi viaggi ho potuto scoprire un angolo di Vienna – nella parte a sud rispetto al centro città – nel quale si trova un complesso di case costruite dall’architetto Friedensreich Hundertwasser che mi ha in qualche modo riportato alla mente, almeno dall’esterno,  le stupende abitazioni realizzate da Gaudì a Barcellona.
Una di queste è oggi un museo – il Kunst Haus Wien – con un graziosissimo ristorantino all’aperto in piccolo giardino nel quale consumare, nel pieno relax, specialità viennesi.
Sino al 20 giugno 2010, per chi si trovasse a passare dalle parti di Radetzkyplatz, consiglio vivamente la mostra Controversies – The Law, Ethics and Photograhpy, un intenso percorso fotografico attraverso 90 scatti grazie ai quali lasciarsi trosportare dall’intensità di alcune delle opere di fotografi quali, solo per citarne alcuni, Man Ray, Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, Oliviero Toscani e Robert Mapplethorpe.
Nel silenzio delle sale si può contemplare la natura controversa di alcune immagini e toccare con mano il labile confine tra libertà individuale, manipolazione, censura.
Le immagini fotografiche sin dal loro “esordio” hanno scatenato – e ancora scatenano – accesi dibattiti perchè alle volte solleticano le sensibili corde della moralità.
Lungi dal voler imporre dei limiti alla libertà di espressione, la mostra però solleva degli interrogativi stimolando delle risposte non sempre così semplici da dare: fino a dove si possono spingere i pubblicitari nelle loro provocazioni? Sino a che punto un fotogiornalista può documentare la sofferenza rimanendo una sorta di spettatore invisibile? Come si può preservare il rispetto e la dignità della persona immortalata? Esistono dei “parametri” in base ai quali stabilire lo status artistico di un fotografo?

Una rassegna davvero bella, consigliatissima a tutti, che mi ha fatto apprezzare una volta di più il fascino delle immagini fisse, il loro potere, la loro audacia, la perfetta sintesi che rappresentano.