L’Oreal Brandstorm 2009

brandstorm 09Immaginate una sorta di role playing mediante il quale sia possibile immedesimarsi nei panni del brand manger di un’affermata azienda di cosmesi. Immaginate di entrare a far parte di un team chiamato a gestire, come in una sorta di gioco manageriale, il lancio di un nuovo prodotto. Infine immaginate che per i più telentuosi il premio sia non solo (vile) denaro, ma anche un’opportunità di carriera lavorativa più reale che virtuale. Questo il fantastico scenario di BrandStorm di L’Oreal, la sfida che, arrivata alla sua 17esima edizione, offre agli studenti di tutto il mondo l’incredibile occasione di confrontarsi per ideare soluzioni innovative legate alla comunicazione e al marketing di un particolare prodotto. Nello specifico la mission 2009 concerne il lancio del primo profumo Maybelline New York. I vari gruppi avranno potranno vivere un’esperienza assolutamente stimolante, un modo nuovo e di sicuro impatto per affrontare in maniera diretta le difficoltà/responsabilità del mondo del lavoro (è previsto il supporto dell’agenzia McCann) e crescere dal confronto con altre persone di tutto il mondo. Per L’Oreal un modo semplice quanto efficace per reclutare dei giovani talenti e al contempo far propri progetti validi, idee nuove provenienti da persone molto più in sintonia nei confronti dei potenziali consumatori del l’oggetto del brief rispetto ai vertici dell’azienda francese.

Passaparola 2.0 al RomeCamp

me_romecampLo scorso sabato nel pomeriggio ho tenuto un breve speech al RomeCamp (Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Economia e commercio) dal titolo “Passaparola online tramite forum e blog: opportunità 2.0” (il cui video è visibile qui grazie a Il Cannochiale) nel quale ho tentato di presentare alla platea l’importanza oggi per i brand del dialogo diretto con i propri (potenziali) consumatori nell’ottica non solo di presentare prodotti e servizi ma anche in quella di intercettare, tramite una campagna di comunicazione online, i cosidetti opinion leader, delle persone carismatiche che, dotate di un ampio network di amicizie/conoscenze, posseno diventare dei testimonial  della marca agendendo nei confronti della late majority come dei veri e propri ambasciatori capaci di rendere più credibile il cassico advertising. Ho insistito (spero non troppo) sul fatto che in un’epoca con molte alternative (simili) e con molti messaggi (multicanale), l’importanza di riuscire a coinvolgere gli utenti della Rete in una o più libere conversazioni attorno al prodotto/servizio, potesse risultare una strategia più che valida per scatenare il passaparola, per dare spessore al messaggio veicolato nei media “tradizionali”, per generare curiosità e aspettative positive nel consumatore. Ho in sostanza portato alla ribalta una comunicazione “dal basso” potenzialmente più interattiva e forse proprio per questo più convincente. Per motivi di tempo non mi sono volutamente addentrato nel tema che Guido Vetere su Nova dello scorso giovedì 20 novembre ha chiamato “Le verità soggettive” e che avrebbe reso necessario un intervento ben più approfondito. E’ chiaro che l’irruzione sulla scena dei media di nuove soggettività (forum, blog, social network…) renda il panorama comunicativo decisamente più coatico e complesso da catalogare e da comprendere. Di conseguenza risulta più difficile analizzare il rapporto tra web e verità (pensiamo ad esempio a Google che stila per noi una classifica degli spazi più “autorevoli” della quale spesso ci fidiamo acriticamente). Il problema tra opinione e informazione, tra accessibilità dei contenuti e veridicità degli stessi, in effettivamente esiste: mentre le informazioni in linea teorica sono neutrali, oggettive, le opinioni mostrano un punto di vista personale e proprio per questo andrebbero confrontate e verificate. Molti contrasti tra l’online e l’offline nascono però, a mio modo di vedere, da un fraintendimento a monte: i blogger non vogliono essere giornalisti, spesso parlano e si esprimono attraverso post senza nessuna pretesa se non quella di presentare le proprie esperienze e i propri pareri su prodotti/servizi/particolari occasioni, etc. L’idea di fondo quindi non è tanto quella di informare sostituendosi a canali ben più rodati, ma quella di condividere con con/nel web dei commenti-recensioni. E in questo senso, ben vengano nuove e differenti voci che vogliano aggiungersi al “brusio” della Rete.

Born With Golf Experience

Sempre a proposito di UGC ho avuto modo di provare in anteprima il sito Born With The Experience che la Volskwagen a breve lancerà in maniera ufficiale per raccogliere e coinvolgere gli amanti e i proprietari dell’ammiraglia della casa tedesca. Il sito permette di entrare in un mondo virtuale nel quale condividere le proprie esperienze con l’automobile, prenotare un test drive, partecipare a un concorso con in palio 3 nuove (ovviamente) Golf al mese e vedere lo spot di lancio della nuova Golf VI prima della sua messa in onda. Ecco un esempio per capire come funziona: clicco in basso a destra sul mio navigatore, scelgo Area Vacanze, scelgo su Aggiungi la tua esperienza e seleziono la tipologia della mia più bella vancaza con la Golf valutando tra relax, on the road, spartana, romantica e capitale e città d’arte (il mio click). Ecco le dritte per chi desideri provare, fino al 3 novembre, il sito e inserire la propria “experience”. Basta visitare il sito bornwithexperience.it e poi su ho trovato un codice online inserendo i seguenti parametri:
Targa: VW048GOLF
Codice: 11148
Un modo alternativo di raccontarsi tramite l’utilizzo della propria auto e di creare una community di attorno al mondo Golf.

User generated content 2009

Lo scorso giovedì ho partecipato all’incontro «User generated content 2009: contenuti, pubblicitá, forme partecipative», un forum di discussione organizzato da Current Italia e Warner Home Video che ha avuto luogo alla Casa del Cinema di Roma. Diversi gli ospiti, da Luca Sofri a Marco Pratellesi, da Layla Pavone a Paolo Lorenzoni. Il tema centrale sono stati i contenuti generati dagli utenti e la rivoluzione (sinora potenziale) che potrebbe avvenire nel cambiamento dei modi di produrre e distribuire il materiale informativo (qui inteso in un’accezione decisamente ampia).
Un esempio in questo senso è proprio quello che ha aperto la discussione: l’iniziativa di Current chiamata VCam (Viewer Created Ad Message). In estrema sintesi si tratta di uno spot realizzato dal pubblico. Il brand sponsor concorda gli obiettivi e il brief, mette a disposione del materiale (es. audio), verifica e in caso premia i contributi trasmettendoli e utilizzandoli per comunicare il proprio messaggio.
Resta da capire se questa bramosia di contenuti dal “basso” rappresenti una necessità in quanto la sola pubblicità tradizionale non è più sufficiente o se questo tipo di advertising sia un’astuta mossa per coinvolgere gli utenti risparmiando sui costi (spesso esosi) delle agenzie pubblicitarie.
Certo, come detto da Layla Pavone con il web la relazione con i media si modifica, oggi il consumatore risulta più mobile e dinamico, molto più propenso a una fruizione entertainment che a una fruizione di sola ricerca dell’informazione. Ma forse ha ragione Sofri quando ci invita a riflettere sull’eventualità che un mondo dove tutto e tracciabile, tutto è contato (view, impression, click…), possa portare a un coinvolgimento “economico” degli utenti e a una commercializzazione eccessiva dei prodotti informativi, notizie che assecondano il vouyerismo dell’utente invece di risultare “imparziali” vetrine della realtà del mondo. Forse proprio per questo, nonostante possa risultare bizzarro e anacronistico rispetto al tema dell’incontro, per quanto mi riguarda il contenuto che della serata più mi è rimasto è proprio quello che lo stesso giornalista ha riproposto a proposito di Sara Palin, vice di McCain: “capire la gente non significa essere (inevitabilmente) la gente.”

Fiesta, the new Ford

Ieri sera, in compagnia di alcuni blogger “capitolini”, sono stato al SOMO per la presentazione della nuova Ford Fiesta, una vettura che per l’ovale americano rappresenta una bella sfida: in primo luogo l’auto è il primo prodotto globale sviluppato da Ford Company (dopo l’esordio sulla scena internazionale al Salone dell’Auto di Ginevra, le versioni tre e cinque porta saranno a brevissimo immesse sul mercato seguite, entro il 2010 da una gamma di modelli in Asia, Sud Africa, Australia e Nord America). Dall’altra parte, per spingere la macchina si sono utilizzate una serie di attività, dal buzz marketing alla free press passando per eventi nelle piazze e social media, che puntano a un nuovo modo di comunicare e coinvolgere i potenziali consumatori. Un progetto notevole se si considera che Fiesta significa 20% della produzione mondiale del colosso di Detroit. Ma veniamo all’auto. La nuova Fiesta interpreta appieno la filosofia del “kinetic design”: le sue linee accattivanti trasmettono emozione e dinamicità, un look moderno di sicuro impatto nel segmento delle auto compatte. All’accessibilità del prodotto in termini di prezzo/qualità, la Fiesta offre una notevole tenuta di guida grazie all’utilizzo del sistema EPAS per il controllo elettronico dello sterzo. Anche l’ESP facilita il rapporto con la vettura e permette, volendo, un tipo di guida sportivo e vivace. Ma se l’auto è grintosa fuori, all’interno dell’abitacolo, grazie al miglioramento dell’isolamento dal rumore, il disturbo dei rumori indesiderati viene ridotto al minimo. L’interfaccia intuitiva, l’apertura senza chiave, i fari anteriori automatici (come i tergicristalli), il Bluetooth con controllo vocale, la presa USB e i punti di ricarica per telefoni cellulari e lettori MP3, rendono la Fiesta una vettura al passo con le esigenze di un pubblico giovane che, con un motore TDCi 1.4 da 68 CV come quello che ho potuto testare io ieri, avrà sicuramente modo di divertirsi.

Ggoal, il motore di ricerca partecipativo

Google si sa, ormai è istituzione (ho recentemente letto che a breve dovrebbe addirittura lanciare dei propri telefonini, ovviamente perennemente connessi a Internet). Ma se si pensa al web 2.0, a una Rete decisamente più partecipativa, anche il colosso di Mountain View appare almeno in parte obsoleto, un po’ troppo old stile. Certo, la missione di chi vorrebbe scalzare la posizione (iper)dominante di quello che ormai è il motore di ricerca per eccellenza non è affatto semplice (dato per scontato che la cosa sia fattibile). Tra i tanti progetti, mi permetto di segnalare Ggoal, un motore di ricerca realizzato dagli utenti che abbandona gli spider e valorizza i contributi e quindi la conoscenza dei navigatori del web. Il sistema, ancora in versione beta, permette agli utenti stessi di segnalare le risorse dalle quali sono soliti cercare le informazioni inerenti a un determinato argomento. La cosa interessante è che il sistema mira a riprodurre la logica umana del brainstorming, indivuando cioè nei risultati, una galassia di parole che possono essere associate alla ricerca eseguita.
In secondo luogo, l’idicizzazione e il posizionamento di un sito, non seguono regole dettate dall’advertising, ma vengono decisi in maniera diretta dall’utente in base a link cliccati. L’iniziativa è ambiziosa ora non resta che sperare nella pazienza degli utenti che, registrandosi, possono suggerire i loro spazi informativi più utilizzati (per ora infatti sono davvero poche le parole chiave che inserite mostrano dei risultati). In bocca al lupo!

[update: ggoal è diventato il primo gioco di calcio strategio e manageriale, perdendo la sua iniziale vocazione]

 

L’applicazione del sito Samsung Mobile

Alle volte d’estate il riposo più assoluto si può trasformare in noia e improvvisamente il dolce far niente si può tramutare in un’apatia sconfortante. Mi permetto così di segnalare un’applicazione del sito inglese di Samsung Mobile con la quale ho giochicchiato parecchio. Basta andare nel minisite dei cellulari e cliccare in basso al centro sulla scritta PLAY WITH STYLE & FUNCTION: apparirà una finestra con quattro strumenti (il mio preferito in assoluto è l’opzione “move”) e una sorta di goccia semisolida con la quale interagire dimenticando l’afa estiva.

claimID, la tua identià online

Sul finire dell’estate, prima di viaggi e relax vacanziero, capita che qualcuno si faccia prendere dall’ansia per i propri documenti scaduti, rovinati, smarriti. Certo sarebbe tutto molto più semplice se si potesse adottare una sorta di biglietto da visita virtuale sempre aggiornato. Forse è proprio a questo che hanno pensato due studenti della università della Nord Carolina quando hanno lanciato claimID un sistema che permette di creare un proprio profilo tramite il quale accedere a una miriade di siti come Livejournal o Technorati e nel quale indicare i link al proprio blog, del proprio sito e dei social network utilizzati. Un modo alternativo per farsi trovare, per presentare al mondo della Rete le proprie attività collegate al web e per difendersi da eventuali usi non autorizzati e diciamo così “non ufficiali” della propria identità.

Plurk, il tuo social journal

Nella mia smania di testare nuovi social network, mi sono imbattuto in Plurk un modo alternativo di comunicare online gli eventi che caratterizzano le mie giornate. Con un semplice messaggino (da massimo 140 caratteri), in una timeline, posso facilmente condividere con amici (e volendo anche con tutti gli altri utenti) i miei pensieri, i miei sentimenti, le mie attuali attività. Posso scegliere di utilizzarei i tag predefiniti – ad esempio feels, thinks, loves e was – o posso scrivere liberamente ciò che la fantasia mi suggerisce. Posso aggiungere video, immagini, posso scegliere di far visualizzare i miei diversi messaggi a differenti gruppi di amici. Posso inviare info anche navigando nelle Rete dal mio cellulare. E come parametro per misurare la mia attività nella Rete, faccio riferiemento al mio Karma: più Karma, maggiori opzioni a disposizione. Plurk, in definitiva, è un servizio il cui nome è esplicativo: la cronologia di ciò che mi riguarda, una sorta di storybook amatoriale. Insomma, una versione avanzata di Twitter. Plurk: your life, on the line.

Friji (Horror) Film Festival

Sono un appassionato delle pellice horror anni ’50. E quando ho saputo che in il mikshake Friji ha scelto di comunicare con un sito e una serie di video che vedono come protagonista la diabolica Martha e i poveri cittadini di Four Ridges, ho praticamente sentito il dovere morale di segnalare l’inziativa ad opera di Grey London. Tra l’altro il sito del prodotto, in pieno stile UGC, permette di caricare il proprio horror movie. Le migliori opere saranno trasmesse il 14 agosto al Friji Film Festival di Londra e verrà inoltre realizzata una sorta di un collage di 8 minuti delle migliori opere. Inquietante (ma cosa chiedere di meglio in una calda estate?).