Theatre du Soleil vs Beijing

Théâtre du Soleil è forse una delle più note compagnie teatrali francesi. Le opere, che vedono alla regia Ariane Mnouchkine, sono sempre grandi successi, vengono replicate per anni e apprezzate da migliaia di spettatori. Dopo tante rappresentazioni il Théâtre du Soleil conserva ancora lo spirito provocatorio e al contempo sperimentatore che lo contraddistingue, quella forte dimensione politica del teatro che lo accompagna dagli esordi. E dopo aver lanciato il proprio messaggio di pace facendo esibire la compagnia a Kabul, il Théâtre du Soleil, in pieno clima olimpico, lancia il proprio grido. Lo fa con tre video – realizzati in collaborazione con dissidenti cinesi rifugiati tibetani e Reporters sans Frontières – che vengono pubblicati nella Rete per protestare contro la mancanza dei diritti umani in Tibet e per sostenere il boicottaggio delle olimpiadi di Pechino. Tre filmati crudi che prendono di mira anche il presidente Sarkozy. Personalmente, trovo che il migliore sia il secondo: un monaco tibetano seduto sulla pista di atletica, dagli blocchi di partenza partono a tutta velocità delle forze dell’ordine che si avvicinano minacciose all’immobile bonzo, lo bloccano e lo colpiscono con violenza. Il portavoce del Théâtre du Soleil ha sottolinato come la richiesta di boicottaggio non sia diretta al popolo cinese, ma ai dirigenti del grande stato che sui diritti umani avrebbero fatto promesse poi non mantenute. Le Olimpiadi sono un grande palcoscenico, speriamo di poter festeggiare la vittoria della libertà (e la sconfitta dei soprusi).

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