Il sistema riproduttivo di Sladek

Il sistema riproduttivo - John Sladek

Da molto non leggevo un libro di fantascienza. E così, passando all’edicola e accorgendomi della collezione Urania, mi sono lasciato tentare ed ho acquisto Il Sistema Riproduttivo di John Sladek, opera d’esordio dello scrittore americano (ma vissuto per molti anni in Inghilterra) la cui prima stampa risale all’ormai lontano 1968. Forse le mie aspettative erano troppo alte, ma sinceramente confidavo in una lettura appassionata come quelle che mi incollarono anni orsono di fronte alle pagine di 1984 e Fahrenheit 451. Per carità, il racconto di ciò che trasforma la fabbrica di bambole ormai obsolete di Millford nel fulcro di un sistema capace di fornire alle macchine l’istinto all’autoriproduzione mettendo a repentaglio la sopravvivenza del genere umano è avvincente (anche se non in tutti i capitoli con la stessa intensità) e il ritratto dell’antieroe che vuole dominare il mondo (il dottor Smilax, ndr) risulta perfido e credibile. Tuttavia poi trama, arrivati all’apice della tensione, si risolve in maniera troppo veloce e senza scendere nei dettagli come nella prima parte del libro: dopo 23 capitoli di peripezie e con un crescendo che sembra auspicare il futuro più nero, negli ultimi due capitoli (della stessa lunghezza degli altri), una serie di eventi che non cito per non svelare troppo conducono il bene a trionfare sul male. E alla grande nel senso che, anche se in maniera fosca, senza molte spiegazioni, la situazione si trasforma rapidamente da irrimediabile in qualcosa di utopico, con piena accezione positiva del termine. Visto il periodo di esami, sulla lettura di questo libro mi pronuncio con un “promosso con riserva”.

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