Per quel che riguarda il mondo del giornalismo, nei giorni scorsi due notizie dall’Inghilterra sono passate quasi inosservate nonostante nel buio della crisi (non solo) del mondo dell’editoria, rappresentino dei segnali potenzialmente positivi, almeno per quel che concerne il mondo dell’informazione digitale.
Da una parte i risultati resi noti dal Guardian News & Media, il gruppo dietro il Guardian e l’Observer, i cui introiti provenienti dal digitale hanno fatto da contraltare alle perdite della stampa cartacea. Nei primi tre mesi del 2013, infatti, secondo quanto riportato dal Financial Times, le digital revenue di GNM sono aumentate del 28.9% raggiungendo i quasi 56 milioni di sterline. Tale risultato ha consentito al gruppo di registrare un incoraggiante +1% nei guadagni globali, primo segno positivo del bilancio dal 2008. Non va dimenticato che la diminuzione del disavanzo è in parte dovuta anche ai tagli del personale, in grado, da soli, di far risparmiare 7 milioni di sterline anno ma, per uno dei pochi giornali che ha espressamente deciso di non affidarsi al paywall (che consente la lettura gratuita di un numero limitato di articoli al mese), il messaggio per il mercato è comunque positivo. Fanno tuttavia riflettere le parole di Andrew Miller, CEO del gruppo, che analizzando in maniera più approfondita i risultati ottenuti dal colosso che dirige, ha sottolineato come la “monetizzazione” dei lettori (il quotidiano inglese Guardian è molto letto anche in America, pubblico sicuramente molto più avvezzo alla Rete) attraverso l’advertising e le iniziative di sponsorizzazione sia ancora molto bassa (dichiarando, tra le righe, la mancanza ad oggi di un modello valido). Altro dato interessante che emerge dalle cifre fornite, è quello degli abbonamenti alle applicazioni a pagamento del Guardian per iPad e iPhone (la prima è proposta a 11.99 sterline mese, la seconda a 3.99 sterline per sei mesi). Mentre gli utenti che fruiscono del giornale via tablet salgono di circa 6.000 unità, nello stesso periodo gli abbonati al quotidiano via smartphone crollano dagli 80.000 di un anno fa, ai circa 57.000 dell’inizio 2013.
La seconda notizia riguarda un altro colosso internazionale dell’editoria, che sfida proprio il Guardian per il podio di giornale più letto al mondo. Si tratta del Daily Mail, che proprio sulla scia del successo della testata, ha deciso di espandere il proprio staff incrementando gli occupati nelle sedi di Londra, New York e Los Angeles e immaginando anche nuovi uffici in giro per il mondo.
Canto del cigno o due piccole-grandi testimonianze di un futuro digitale credibile anche per la stampa?