Mobile, fortissimamente Mobile: Apple lancia la sua app News

Apple News

Img: theguardian.com

La scorsa settimana a Berlino si è tenuto il News Xchange, una conferenza – organizzata da Eurovision – per riflettere sul giornalismo e sugli sviluppi della distribuzione dell’informazione con protagonisti alcuni dei referenti delle testate più note. Tra gli ospiti, Adam Ellick, (video) corrispondente per il New York Times che, nel corso del suo intervento – come riportato da Shane Randall dell’Associated Press – ha sintetizzato il suo pensiero dicendo: “Se l’industria dei media si muove velocemente, i lettori lo fanno ancora con maggiore velocità”. Secondo Ellick, infatti, la prossima generazione di lettori molto probabilmente non acquisterà mai un giornale e non sarà solita accedere alle notizie da PC. Tale dichiarazione più che una provocazione pare piuttosto un futuro ormai prossimo. In fondo già oggi il 60% delle visite del NYT proviene da mobile e al diffondersi dell’uso dei dispositivi mobili si registra un calo inversamente proporzionale delle visite alla homepage del sito, il corrispettivo digitale della prima pagina del giornale a stampa. Sembra sempre più evidente come debbano essere le redazioni a dover intercettare i lettori attraverso gli strumenti che questi più utilizzano piuttosto che i lettori a dover scovare le notizie.
È, in altre parole, l’idea del formato giornale – cartaceo o digitale che sia – ad essere messa in discussione, non il mondo dell’informazione che continua invece ad attrarre le grandi realtà digitali.
Ultima, in ordine di tempo, Apple che nell’aggiornamento iOS 9.1, in Inghilterra e Australia, ha sostituito il vecchio Apple Newsstand (focalizzato in particolare sui contenuti dei periodici) con Apple News, un rinnovato aggregatore dinamico di notizie. L’applicativo – che stando ai primi feedback non pare discostarsi troppo da Flipboard – punta a raccogliere adesioni in virtù dell’ampio bacino di potenziali utilizzatori (chiunque possieda un iPad o iPhone in grado di installare l’update di sistema vedrà in automatico Apple News tra le icone del proprio menù) proponendo in un’unica app una notevole quantità di contributi di differenti testate, dal Guardian a Sky News, dalla CNN a Vanity Fair. L’utente può navigare per pubblicazione o per argomento, personalizzando, in maniera analoga a quanto avviene in Apple Music, il flusso di notizie collegato al proprio profilo. Sulla base degli interessi sarà così possibile ricevere gli aggiornamenti da leggere o salvare per una fruizione successiva. Il sistema, analizzando i contenuti letti e le risorse segnalate quali preferite, sarà in grado di identificare le news più in linea con i gusti dell’utente mettendo a fuoco le esigenze del lettore. La app prevede anche un motore di ricerca che consente una navigazione trasversale rispetto al materiale informativo che si è soliti fruire (e che, come detto in precedenza, identifica l’utilizzatore).
Dal punto di vista degli editori, i contenuti possono anche contenere messaggi pubblicitari gestiti con iAd, la piattaforma delle inserzioni nei dispositivi Apple.

Nei prossimi mesi sarà interessante seguire gli sviluppi e la diffusione di Apple News, vagliare l’adozione degli standard consigliati da Apple per le notizie e capire quali saranno gli strumenti offerti alle redazioni per misurare l’impatto degli articoli sul pubblico.

La sfida a Google è ormai lanciata. E non solo dagli editori.

Nella testa di Steve Jobs, il libro

Da tempo volevo leggere qualcosa circa la vita di Steve Jobs. Non l’ho fatto subito perchè in qualche modo la “corsa alla biografia” subito dopo la morte di un personaggio famoso non mi attira per nulla. Alla vigilia della vacanze di Natale però, sprovvisto di una libro da leggere, mi è capitato tra le mani Nella testa di Steve Jobs di Leander Kahney Leander Kahney – edito da  Sperling – e così ho deciso di approfondire la vita dell’uomo sotto la cui guida la Apple ha sfornato un successo dietro l’altro.
Il testo, riproposto in una nuova edizione apliata e aggiornata, racconta l’epopea lavoritiva di Jobs dalla nascita di Apple sino ai giorni nostri, passando per il periodo alla NeXT e quello alla Pixar.
Una serie di testimonianze, racconti, aneddoti, di una delle figure più osannate delle storia recente capace, con le sue scelte (alle volte animatamente discusse anche dei suoi seguaci più fedeli) di rivoluzionare il mondo della tecnologia e dell’entertainment in senso ampio.
Dal suo ritorno in azienda infatti la Apple è cresciuta anno dopo anno arrivando ad essere quasi sinonimo di innovazione.
Scorrendo tra le pagine si può rivivere la ristrutturazione dell’azienda e il nuovo corso impresso da Jobs al proprio team. E ci si può rendere conto di quanto Jobs proietasse, con le sue visioni, verso una pressoché costante rivoluzione la Apple. Think different non è solo uno slogan ma una vera e propria mission che Jobs ha deciso di cavolcare. In questo senso pensare a prodotti come iTunes, l’iPod, l’iPhone o l’iPad è riduttivo. Dietro le quinte Jobs ha suputo leggere meglio di chiunque altro i cambiamenti sapendo far tesoro delle nuove abitudini e delle nuove esigenze degli utenti.
Concetti come “hub digitale” e “connected entertainment” forse ora sono paradigmi scontati ma in realtà hanno rappresentato, in un mercato abbastanza statico come quello dell’IT, dei profondi punti di discontinuità ai quali poi tutti si sono adeguati.
Tra le pagine del libro emerge poi anche il coraggio di Jobs e del suo team: USB, wi-fi, la scelta di una integrazione verticale, la drastica riduzione dei modelli, l’attenzione verso l’unpacking e la cura del design, gli Apple Store, sono tutti esempi che dimostrano come l’azienda sia stata in grado di scuotere in profondità le fondamenta di un mondo che nel giro di pochi anni ha modificato direttamente o indirettamente il nostro approccio a strumenti quali pc e cellulari.
E allora non resta che sorridere di fronte agli “errori” di Jobs: il Power Mac Cube e la scelta di non dotare i primi Mac di masterizzatore (all’inizio Jobs si fece quasi sfuggere la rivoluzione legata agli mp3; poi però si “riprese” ampiamente grazie ad iTunes e iPod).
Un libro che sebbene non rappresenti una biografia autorizzata a mio modo di vedere ben presenta Jobs e alcuni dei suoi colleghi più stretti, aiutando il lettore a delineare la complessa personalità di un personaggio che con il suo credo ha fatto della propria vita un romanzo costellato di successi. Riposa in pace Steve. E grazie di tutto.