Giornali su Facebook, la sperimentazione continua

Img: niemanlab.org

In più occasioni nel blog ho parlato degli Instant Articles, l’innovativa soluzione testata da Facebook con alcuni selezionati partner del comparto media. Sono stato felice di constatare come le sperimentazioni dei giornali con il social network di Mark Zuckerberg in realtà non si limitino alle soluzioni più gettonate (e dibattute) ma, nel tentativo di incontrare l’interesse e le modalità di fruizione più affini ai lettori, possano anche prevedere un certo grado di “creatività”. Due gli esempi ai quali, più degli altri, mi riferisco.
Il primo – e forse quello un po’ più scontato dopo i test delle notizie via Whatsapp – è quello del quotidiano tedesco Bild, il secondo – a mio modo di vedere molto originale – quello del Boston Globe.

Per quel che concerne il giornale fondato da Alex Springer, la redazione ha iniziato a sperimentare l’invio di un numero limitato di notizie attraverso Facebook Messanger. Sfruttando le news sportive legate al calcio mercato (la cui finestra invernale si è da poco conclusa anche in Germania) e, in una sorta di secondo canale tematico, le informazioni legate a un reality show ora in onda nel Paese, gli utenti iscritti al sistema vengono informati dal giornale circa le principali notizie mediante dei messaggi consultabili nella propria casella su Facebook. Al di là dei numeri dei partecipanti all’esperimento (la pagina Bild Ticker ha raccolto sinora poco meno di 700 like) e del fatto che non si tratta di contenuti esclusivi ma di semplici rimandi a pezzi visibili nel sito della testata, il progetto mi pare comunque interessante da seguire. Se da un lato il progetto può risultare invasivo vuoi per un numero di messaggi percepito come eccessivo, vuoi perché le news giocoforza si mescolano a conversazioni della propria sfera privata, i messaggi, proprio perché diretti e “personali”, potrebbero risultare efficaci in termini di partecipazione. Messenger in questo senso, rappresenta la frontiera da poco sdoganata e aperta dal social network agli sviluppatori per creare nuove esperienze interattive.

Il Boston Globe, invece, ha pensato di iniziare a utilizzare con maggiore efficacia (e intelligenza) una tab che in alcune pagine Facebook non risulta nemmeno visibile. Usando le Note il quotidiano della capitale del Massachusetts propone una sorta di newsletter dedicata alle primarie per la presidenza degli Stati Uniti: una pagina molto semplice, con testi (normali e in grassetto) e link al sito del giornale (la sezione note non consente molta libertà di manovra, niente embed di video di YouTube o foto di Instagram). Anche in questo caso il test, al di là del numero di like e di condivisioni, può rappresentare un primo passo verso una modalità alternativa di confronto tra utenti e testate giornalistiche. Dallo scorso settembre la sezione Note è stata “riesumata” da Facebook che l’ha resa più flessibile (e personalizzabile) e, come i più “nobili” Instant Articles, pare faccia registrare tempi di caricamento dei contenuti molto rapidi, aspetto tutt’altro che secondario soprattutto in virtù del crescente numero di utenti da mobile.

Forse i due esperimenti citati non risulteranno di immediato né rilevante impatto sul pubblico ma evidenziano una volta di più l’interesse delle testate nei confronti di Facebook, strumento principe nella quotidianità digitale di moltissimi utenti.

News via Whatsapp, ci prova l’Oxford Mail

theguardian.com

Uno dei fronti più caldi degli ultimi anni è quello della cosiddetta “internet in mobilità”. Tra coloro che si occupano di comunicazione e advertising, il mobile rappresenta, almeno potenzialmente, una delle opportunità più ghiotte sulle quali scommettere. Smartphone e tablet sono sempre più diffusi, le connessioni proposte dagli operatori sempre più veloci, i costi mediamente accessibili, ormai per molte persone il web non è più unicamente sinonimo di personal computer. Ovviamente anche il mondo del giornalismo osserva con attenzione gli sviluppi del comparto, tentando di individuare le eventuali possibilità per adattarsi ai nuovi strumenti e sfruttarne appieno le caratteristiche.
Alle applicazioni delle varie testate sui circuiti Google Play, iTunes o sviluppate in maniera indipendente, gratuite o a pagamento, da alcune settimane si è affiancato un interessante esperimento del quotidiano locale Oxford Mail.
Dallo scorso 2 giugno è infatti attivo un servizio tramite il quale la testata inglese comunica con i propri lettori anche tramite WhatsApp, la app di messaggistica istantanea che, sfruttando la connessione alla Rete, consente di scambiare messaggi con i propri contatti senza dover pagare il costo degli SMS.
Il lettore interessato, aggiungendo alla propria rubrica il numero del giornale e indicando NEWS o SPORT (o entrambe le tematiche), riceverà le notizie della testata nel proprio telefonino. Al momento, per non risultare troppo invasivi, la comunicazione si limita a un messaggio di prima mattina contenente le 5/6 storie principali (titoli e link) e l’immagine della prima pagina, al quale seguono eventualmente, nel corso della giornata, le breaking news più rilevanti.
L’esperimento, nelle previsioni dei responsabili della testata, punta ad entrare in contatto più diretto con i lettori utilizzando uno strumento nel quale la concorrenza – a differenza di Twitter e Facebook – è al momento sicuramente meno agguerrita se non del tutto inesistente. Il superamento dei 250 contatti con i quali chattare contemporaneamente, invece, è un problema facilmente risolvibile creando un nuovo gruppo di utenti.

Nulla di nuovo, sistemi di alert che diffondono le notizie o ci informano di nuovi contenuti sono già molto utilizzati (dalle email agli RSS, dagli SMS alle notifiche).

Due però gli aspetti che mi hanno incuriosito: la comunicazione delle notizie via WhatsApp mira a raggiungere i lettori in un luogo (virtuale) nel quale sono soliti comunicare con amici e conoscenti. Le redazioni, quindi, seguono gli utenti in un terreno “incontaminato”, sarà interessante capire come i contenuti e le modalità comunicative si adatteranno a questo nuovo canale.
In secondo luogo, i responsabili del progetto dell’Oxford Mail, hanno tenuto a precisare che WhatsApp non rappresenta un’alternativa agli altri social media utilizzati dalla testata quanto uno strumento che si aggiunge a quelli già in uso e che dimostra la dinamicità del giornale nel far proprie le diverse possibilità tecnologiche offerte oggi agli utenti.

Un esperimento simile è stato messo in pratica dalla BBC News in India nel corso delle elezioni di aprile/maggio per le quali la redazione, oltre a WhatsApp, ha utilizzato anche WeChat allo scopo di raccogliere le opinioni degli elettori e di distribuire al contempo informazioni (video, grafici, interviste) sulla tornata elettorale.

I numeri sono ancora ridotti ma si intravedono buone potenzialità: se è vero che il numero dei messaggi al giorno per non essere considerato spam è da considerarsi nell’ordine delle poche unità, il tasso di interazione degli utenti con i link proposti risulta piuttosto elevato e quello di abbandono del servizio basso.

Il prossimo passo, già tracciato, sarà quello di utilizzare WhatsApp non solo per inviare le notizie ma per raccogliere con maggiore semplicità ed immediatezza le segnalazioni degli utenti rendendoli più partecipi del flusso informativo.

[update: il 9 gennaio 2015 anche la Repubblica ha lanciato un servizio di breaking news via WhatsApp]