Se il Sun abbandona il paywall, News Corp rilancia il (social) video advertising

Img: brandingforum.org

Seguo sempre con interesse le vicende legate al britannico The Sun (e alla News Corp in generale). Vuoi perché fisicamente più vicino all’Italia rispetto ad altri autorevoli giornali d’Oltreoceano, vuoi perché appartiene a quel vulcanico australiano che risponde al nome di Rupert Murdoch, probabilmente l’antitesi del nativo digitale oggi tanto caro alle testate, ma di fatto a capo di uno dei maggiori gruppi “media” del mondo.
Il Sun è un quotidiano-tabloid che ha fatto del sensazionalismo e dello scandalo in prima pagina il suo marchio di fabbrica. Sarebbe ingiusto ridurre il giornale a queste due sole caratteristiche – la vena informativa è presente e in qualche modo bilancia le tematiche leggere e più vicine al gossip che all’informazione – ma è pur vero che, in virtù di tali caratteristiche, il Sun ha un notevole seguito, in particolare tra il pubblico giovane (nella fascia d’età 15-34 anni lo stile del giornale sembra far breccia più di altri).
La testata, tuttavia, non si è ancora dimostrata in grado di sfruttare al meglio il proprio bacino di utenza. La strategia digitale legata al paywall per incentivare i lettori a sottoscrivere un abbonamento, ad esempio, non ha fatto registrare i numeri auspicati (in poco più di un anno, 225.000 abbonati, un numero piuttosto basso per le ambizioni di un quotidiano con oltre un milione di lettori al giorno) e proprio per questo motivo, dallo scorso 30 novembre (curiosamente il Cyber Monday) è stata abbandonata. I vertici del giornale, forti delle conoscenze acquisite durante il periodo pay-for, hanno deciso di puntare in maniera più convinta sui social media e su innovative collaborazioni quali quelle con Storyful, Apple News e Facebook Instant Articles. Se appare chiaro come la testata, rendendo nuovamente gratuita la fruizione dei propri articoli, voglia tornare a fare crescere il proprio pubblico di lettori (se possibile erodendo il pubblico del Mail e del Guardian), non può passare in secondo piano l’acquisizione da parte del gruppo di riferimento del giornale di Unruly, società specializzata nel social video advertising (che ho avuto modo di conoscere direttamente) che di certo contribuirà all’individuazione di un nuovo modello di advertising che possa far crescere i guadagni pubblicitari di pari passo con l’auspicato aumento dei lettori.
Il mercato dell’online video advertising (ivi compreso il mobile video adv) è tra i comparti in maggior crescita per quel che concerne gli investimenti sul web. Il poter contare su una tecnologia in grado di offrire agli inserzionisti soluzioni d’avanguardia per funzionamento, analisi e tracciamento – senza contare le collaborazioni già in essere tra Unruly e rivali di News Corp quali i gruppi Hearts e USA Today – non potrà che supportare The Sun e News UK nel tentativo di aumentare le digital revenue. E, come suggerito da Robert Thomson chief executive di News Corp, nel saper vagliare meglio ciò che le persone leggono, guardano, vendono e comprano nell’attuale panorama digitale. Questo forse l’aspetto più interessante: l’acquisizione di Unruly potrà essere giudicata negli anni a venire un successo non solo in virtù delle maggiori opportunità offerte agli inserzionisti, ma anche in considerazione di ciò che le redazioni dei giornali del gruppo di Murdoch riusciranno a far proprio in termini di social data, ottimizzazione dei contenuti, analisi della propensione alla “viralità” di un video come di un articolo. In altre parole, la piena efficacia dell’acquisizione di Unruly, a mio parere, si concretizzerà quando la tecnologia sarà a supporto del quotidiano lavoro dei giornalisti e non solo appannaggio dell’ufficio commerciale deputato alla vendita degli spazi pubblicitari.

The Sun: il sole splende sulla carta ma non su web

sun+

Img: thesun.co.uk

Il Sun è il quotidiano-tabloid più venduto in Inghilterra. Tra gli addetti ai lavori c’è però chi è pronto a scommettere che questo suo primato sia quanto mai in bilico.
Se il ridimensionamento in termini di copie cartacee vendute è un male comune a quasi tutte le testate, il tasso di decrescita del Sun pare essere più elevato rispetto a quello dei giornali concorrenti. Secondo l’Audit Bureau of Circulations, infatti, il numero di copie al mese vendute dalla testata è passato dagli oltre 3 milioni di copie dell’agosto 2010 ai 1,8 milioni del febbraio 2015.
I problemi per il giornale del gruppo Murdoch, però, non sembrano essere esclusivamente quelli della stampa. Nel 2013 il Sun decise di adottare il paywall e, sulla base dei dati comunicati dalla stessa redazione, a dicembre dello scorso anno gli abbonatia Sun+ erano 225.000. Difficile giudicare tale cifra, ma in virtù del fatto che il più acerrimo concorrente della testata, il Daily Mail, continua a perseguire la strategia della gratuità dei contenuti in Rete (e forse proprio in virtù di tale scelta è il quotidiano online più letto al mondo), è lecito pensare che le ultime riunioni della direzione del giornale sull’approccio online della testata non siano state entusiastiche.
Anche perché l’appeal del Sun nei confronti degli inserzionisti è dato proprio dal vasto pubblico di lettori e se questo viene meno gli investimenti pubblicitari potrebbero essere dirottati altrove.
In questo contesto si inserisce la decisione del giornale – trapelata dal Guardian – che, a partire dal prossimo luglio, aumenterà il numero di articoli fruibili gratuitamente, fuori dall’orbita del paywall. L’obiettivo è quello di sfruttare le condivisioni degli articoli nei social network per attirare nuovi lettori con la speranza che possano trasformarsi in nuovi abbonati. Il progetto inizierà da “general news” e “sport”, due delle sezioni più gettonate dagli utenti. In particolare quest’ultima è strategica per il Sun che da tre anni paga milioni di sterline per garantirsi l’esclusiva dei videoclip con i goal della Premier Leauge, la “serie A” inglese.
Mike Darcey, CEO di News UK, in una nota allo staff, ha presentato l’iniziativa di apertura oltre il paywall come un (nuovo) inizio dell’evoluzione del Sun per continuare ad adattarsi alle esigenze di lettori e inserzionisti nel tentativo di identificare il modello distributivo più adatto.
Sarà sicuramente interessante valutare nei prossimi mesi l’impatto che l’esperimento avrà sul numero di lettori unici e su quello degli abbonati alla testata. Se sull’incremento del numero di utenti del giornale online non ci sono infatti molti dubbi, si apre però la sfida per individuare i pezzi con la più alta predisposizione alla condivisione in grado, contemporaneamente, di salvaguardare gli abbonamenti già sottoscritti.