Passaparola 2.0 al RomeCamp

me_romecampLo scorso sabato nel pomeriggio ho tenuto un breve speech al RomeCamp (Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Economia e commercio) dal titolo “Passaparola online tramite forum e blog: opportunità 2.0” (il cui video è visibile qui grazie a Il Cannochiale) nel quale ho tentato di presentare alla platea l’importanza oggi per i brand del dialogo diretto con i propri (potenziali) consumatori nell’ottica non solo di presentare prodotti e servizi ma anche in quella di intercettare, tramite una campagna di comunicazione online, i cosidetti opinion leader, delle persone carismatiche che, dotate di un ampio network di amicizie/conoscenze, posseno diventare dei testimonial  della marca agendendo nei confronti della late majority come dei veri e propri ambasciatori capaci di rendere più credibile il cassico advertising. Ho insistito (spero non troppo) sul fatto che in un’epoca con molte alternative (simili) e con molti messaggi (multicanale), l’importanza di riuscire a coinvolgere gli utenti della Rete in una o più libere conversazioni attorno al prodotto/servizio, potesse risultare una strategia più che valida per scatenare il passaparola, per dare spessore al messaggio veicolato nei media “tradizionali”, per generare curiosità e aspettative positive nel consumatore. Ho in sostanza portato alla ribalta una comunicazione “dal basso” potenzialmente più interattiva e forse proprio per questo più convincente. Per motivi di tempo non mi sono volutamente addentrato nel tema che Guido Vetere su Nova dello scorso giovedì 20 novembre ha chiamato “Le verità soggettive” e che avrebbe reso necessario un intervento ben più approfondito. E’ chiaro che l’irruzione sulla scena dei media di nuove soggettività (forum, blog, social network…) renda il panorama comunicativo decisamente più coatico e complesso da catalogare e da comprendere. Di conseguenza risulta più difficile analizzare il rapporto tra web e verità (pensiamo ad esempio a Google che stila per noi una classifica degli spazi più “autorevoli” della quale spesso ci fidiamo acriticamente). Il problema tra opinione e informazione, tra accessibilità dei contenuti e veridicità degli stessi, in effettivamente esiste: mentre le informazioni in linea teorica sono neutrali, oggettive, le opinioni mostrano un punto di vista personale e proprio per questo andrebbero confrontate e verificate. Molti contrasti tra l’online e l’offline nascono però, a mio modo di vedere, da un fraintendimento a monte: i blogger non vogliono essere giornalisti, spesso parlano e si esprimono attraverso post senza nessuna pretesa se non quella di presentare le proprie esperienze e i propri pareri su prodotti/servizi/particolari occasioni, etc. L’idea di fondo quindi non è tanto quella di informare sostituendosi a canali ben più rodati, ma quella di condividere con con/nel web dei commenti-recensioni. E in questo senso, ben vengano nuove e differenti voci che vogliano aggiungersi al “brusio” della Rete.