Cloud e condivisione, due concetti per il futuro del web

Lo scorso 18 ottobre ho partecipato, a Casa Kinect presso le Officine Stendhal, alla presentazione di un’interessante ricerca attorno al mondo del cloud e della condivisione (Il futuro degli italiani su Internet è all’insegna di Cloud e Condivisione), temi diventati di ordinaria quotidianità per quel che concerne Internet. Anche se, come mette in risalto l’indagine condatta da Nextplora, non per tutti in maniera consapevole: la stragrande maggioranza degli utenti (81%) infatti utilizza i servizi a “nuvola” senza rendersene conto. Abituati a supporti fisici, materiali, non associamo ancora con immediatezza un servizio, ad esempio, come quello dello storage online, dell’archiviazione cloud. Ma, volenti o nolenti, come ha sottolineato Alessandra Costa – Direttore Ricerche e Partner Nextplora – siamo ormai passati dalla società dell’informazione a quella della condivisione: le idee di cloud e condivisione non sono solo dei comportamenti utilizzati al lavoro o nello studio, diventano aspetti della nostra identità sempre più “collettiva”, servizi sempre più utilizzati anche nel mondo “consumer” grazie a spazi illimitati, accessibilità da diversi luoghi/device e possibilità di partecipazione allargata.

La seconda parte dell’incontro si è invece focalizzata sulle novità di Windows Live Hotmail, il servizio di posta nato ben 15 anni fa. Hotmail – anche in virtù di MSN – è stata la mia prima casella di posta, ricordo che ancora non era disponibile la versione .it.
Da allora il web è cambiato moltissimo e anche la versione di Hotmail si è rinnovata parecchio puntando, con la nuova release, su velocità, riduzione dello spam, sicurezza, usabilità e spazio di archiviazione praticamente illimitato.
Con una prova pratica ci hanno presentato il muovo modo di organizzare le nostre mail, di creare regole che ci permettano di rendere più pulita la casella o di creare un alias nel momento in cui ci serva un indirizzo alternativo da comunicare in maniera pubblica.
Per finire è stata mostrata la possibilità di sincronizzazione tra la casella di posta e un Windows Phone che, con estrema semplicità, rende disponibili sullo smartphone e su pc, messaggi, calendari e contatti (mi ha incuriosito molto la navigazione orizzontale delle mail da smartphone). E chiaramente anche documenti che, in ottica di cloud, tramite SkyDrive, possono essere archiviati online e condivisi con un click. Il futuro, insomma, è già presente.

Telethon, da vent’anni contro le malattie genetiche

Sono sempre contento nel blog di poter dire la mia su film, libri o qualsiasi cosa altra cosa mi appassioni. Ma sono ancora più felice quando qualcuno pensa al mio spazio come cassa di risonanza per sensibilizzare il pubblico della Rete circa nuove iniziative. Soprattutto se davvero costruttive.
Oggi parlo di Telethon associazione che dal 1990, in Italia, finanzia e promuove ricerca scientifica eccellente sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche (il termine telethon nasce nel 1966 come contrazione tra television e marathon, vocabolo utilizzato da Jerry Lewis con il fine di raccogliere fondi).

In genere le malattie genetiche, avendo un’incidenza (per fortuna!) non così diffusa (si calcola che in Italia circa l’1% della popolazione sia affetto da malattie neuromuscolari), vengono trascurate dai grandi investimenti pubblici e privati che finanziano soprattutto la ricerca legata a patologie che colpiscono molti individui.
Ma la ricerca anche se relativa a campi apparentemente “minoritari” può aiutare a comprendere anche i meccanismi che regolano le malattie più diffuse (e tutti sappiamo quanto bisogno abbia il nostro Paese di fondi per la ricerca).
E tra l’altro, nonostante i progressi fatti, ad oggi non è stata ancora messa a punto una terapia definitiva. Molte sono le speranze che ruotano attorno alla terapia genetica con la quale, per dirla in parole povere, tentare di correggere geni difettosi introducendo nel corpo del paziente copie “sane”.

Sotto il termine distrofia muscolare, ad esempio, si raccolgono un gruppo di malattie a carattere degenerativo che causano la progressiva atrofia della muscolatura scheletrica. E purtroppo spesso queste malattie colpiscono anche i bambini.

Un esempio è quello dei piccoli noti come “bambini bolla”, colpiti da una gravissima forma di immunodeficienza che li costringeva a vivere dentro “bolle” sterili ma curati – ad oggi sono 14 i piccoli pazienti – con successo grazie al supporto di Telethon.

Continuiamo a credere nella ricerca e nei progetti Telethon. Aiutiamo la ricerca per aiutare noi stessi: regaliamoci un mondo migliore e ogni anno più forte nei confronti delle malattie genetiche debilitanti (visto che ci sono segnalo anche la pagina facebook tramite la quale seguire i vari aggiornamenti con estrema facilità).

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Oggi Internet si colora di Telethon

Quando mi è stato chiesto di dare il mio (piccolissimo) contributo alla web marathon 2009 non ho esitato nemmeno un secondo. Telethon, in estrema sintesi, è un polo d’innovazione per la ricerca sulle malattie genetiche rare. Da vent’anni raccoglie fondi – soprattutto tramite la tv – e sostiene la ricerca e la cura di malattie che colpiscono per la stragrande maggioranza i più piccoli.
Oggi, 11 dicembre, contemporaneamente alla maratona televisiva Rai, è attiva anche una maratona web: portali, siti, blog e social network tutti uniti per tentare di sensibilizzare la Rete proponendo notizie, approfondimenti, aste online, visti grafiche pensate proprio per le due giornate di Telethon, per segnalare i molti eventi previsti lungo tutta la Penisola. E ovviamente per diffondere banner e widget per la donazione virtuale.
Un’altra bella occasione per dimostrare come il web sia vivo e attivo. Lunga vita alla ricerca e avanti con la raccolta fondi!