Mamma, ho riperso i commenti

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Nel passaggio dalla carta all’online uno degli aspetti più innovativi del rinnovamento della stampa è stato il passaggio da un lettore che passivamente fruiva del materiale informativo a uno che invece è in grado di interagire direttamente con la redazione e con gli altri utenti. I commenti agli articoli hanno contribuito a scrivere un nuovo paradigma in grado di superare il solipsismo della lettura individuale e di rendere le notizie, almeno potenzialmente, stimolo al confronto con un pubblico.
Gli sviluppi della Rete stanno però facendo vacillare la comunicazione bidirezionale quale caratteristica imprescindibile del giornalismo online. Iniziano infatti ad essere numerose – e rilevanti – le testate che decidono di ridimensionare o addirittura eliminare lo spazio dedicato ai commenti dei lettori. Il Chicago Sun Time, il Daily Beast, Re/code, Bloomberg ma anche piattaforme quali The Verge e Medium sono solo alcuni degli esempi di realtà informative che hanno deciso di apportare modifiche ai propri spazi di conversazione con gli utenti.
Questo in primis perché il dibattito sugli articoli da parte dei lettori per la gran parte ormai avviene al di fuori degli spazi delle testate, nei social network, spazi nei quali gli utenti possono confrontarsi con semplicità, immediatezza e a più ampio raggio rispetto ai canali “istituzionali” dei siti informativi. In seconda istanza perché la gestione del flusso di commenti è dispendiosa e, in un panorama come quello della stampa nel quale le risorse continuano ad essere piuttosto limitate, in molti hanno preferito sbarazzarsi del problema legato alla moderazione dei contenuti. Con l’auspicio che il confronto con/tra utenti non si esaurisca quanto piuttosto si sposti altrove continuando però a generare interesse nei confronti degli articoli.
Uno dei casi più rilevanti in questo senso è stata la decisione di Reuters: in un breve comunicato l’agenzia stampa britannica ha annunciato che in virtù delle novità nel modo di interagire degli utenti con le news, constatando quanto le conversazioni sulle notizie si tengano ormai in maniera preponderante su social media e forum – community di numerosi partecipanti che si confrontano in virtù di policy condivise che tendono ad emarginare coloro che abusano della libertà di espressione – ha deciso di non rendere più possibili i commenti alle notizie.
Anche Motherboard, lo spazio di Vice dedicato alle notizie scientifiche, ha deciso di mettere uno stop ai commenti optando per una nostalgica sezione “Lettere al direttore”.

E mentre Reddit lancia la propria piattaforma informativa – Upvoted – senza lasciare spazio ai commenti (con l’obiettivo probabilmente di raccogliere adesioni dagli inserzionisti, attirati dal pubblico di Reddit ma spaventati dal tono delle accese polemiche che spesso infiammano le discussioni), il New York Times, per rendere più snelle le attività di moderazione dei contenuti, introduce i “verified commenters”, utenti che l’algoritmo alla base della gestione dei commenti, in virtù dello storico delle loro interazioni, considera come affidabili senza la necessità di controlli pre-pubblicazione.

In generale, resta da capire se la scelta di eliminare i commenti possa contribuire in maniera costruttiva a fare in modo che le redazioni concentrino i loro sforzi unicamente sul versante qualitativo dei propri contenuti o se, invece, il fatto che le conversazioni degli utenti attorno alle notizie avvengano fuori dai confini dalle testate certifichi semplicemente la subordinazione di queste ultime ad altri canali comunicativi evidentemente più efficaci nell’attirare l’attenzione degli utenti.