Pay a Blogger Day, il giorno dopo…

Lo scorso 29 novembre è stato il Pay a Blogger Day una bella iniziativa che ha saputo attirare le attenzioni di molti utenti. If you enjoy reading blogs, give a little back – at least one day a year pay a blogger: questa l’idea alla base della campagna che, in estrema sintesi, si proponeva di sensibilizzare i lettori di blog a esprimere il loro apprezzamento verso i contenuti di uno spazio con un’azione concreta capace di superare i semplici commenti, i like e il generico sharing nei vari social network. Quale? Una donazione. O meglio una microdonazione. Ideatori della campagna sono i ragazzi del team di Flattr, realtà di Malmo specializzata nel cosiddetto social micro-payment system che ha elaborato una modalità tramite la quale supportare chi crea contenuti di valore (il termine flatter in inglese significa adulare ma anche donare). Lo strumento è utile sia per gli editori (siano essi blogger, musicisti, programmatori, fotografi, eccetera) che possono aggiungere un bottone tramite il quale raccogliere delle donazioni sia ai lettori che avranno così modo di premiare i loro autori preferiti. Ovviamente la stessa persona può vestire i panni sia del creatore sia quelli del fruitore di contenuti.

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Il funzionamento è davvero elementare: registarsi al sito equivale ad aprire una sorta di conto virtuale nel quale depositare del denaro. Alla fine di ogni mese poi, la quota che l’utente avrà indicato come totale delle sue donazioni, verrà equamente distribuita in base alle volte in cui ha cliccato sul pulsante Flattr dimostrando l’intenzione di riconoscere all’autore del contenuto un piccolo corrispettivo in denaro (l’esempio della torta del video ufficiale qui sopra rende benissimo l’idea).
Da blogger non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione e così mi sono subito registrato al sito e ho fatto in modo di aggiungere, sotto ogni mio post (quindi anche questo), vicino ai tasti di condivisione, anche il bottone Flattr dando così modo ai miei “venticinque lettori”, nel caso volessero premiarmi, l’opportunità di riconoscermi una piccola donazione. Non mi illudo di certo sulle cifre ma sono molto interessato allo sviluppo dello strumento che non propone una sorta di “vendita con libera donazione” come successo, ad esempio, con i Radiohead per l’uscita di In Rainbows ma invece rovescia la prospettiva permettendo al fruitore di esprimere con una microdonazione il proprio apprezzamento verso il materiale proposto comunque free senza alcuna richiesta.
Qualcuno ci tiene a precisare come un blog si aggiorni con contributi audio-foto-video per passione non (solo) per lucro. Ma fare in modo che chi legge possa dimostrare concretamente il gradimento verso l’operato di chi ha realizzato il contenuto, senza alcun obbligo e in maniera decisamente democratica, mi sembra una bella opportunità. Support web great content!

[update: dopo un solo giorno dall’installazione del pulsante flattr ho ricevuto la mia prima donazione, che bello!]

E’ arrivato un Natale carico di… specie da adottare

Di solito in questo periodo dell’anno sono solito pubblicare appelli alle donazioni verso realtà che si occupano di aiutare i più deboli e sfortunati.

Quest’anno però lo spunto per la segnalazione mi è arrivato da una dichiarazione letta alcuni giorni fa da parte dell’attuale CEO di The Coca-Cola Company che spiegava come dal mese di novembre, almeno in America, l’ormai storica lattina rossa si sarebbe colorata di bianco per la nuova campagna, realizzata in collaborazione con il WWF (3 milioni di dollari la donazione dell’azienda di bibite gassate) per la ricerca e la conservazione dell’orso polare, icona utilizzata da Coca-Cola sin dal 1922.

Indagando un po’ più a fondo ho scoperto inoltre che, in collaborazione con 7-Eleven, Coca-Cola ha distribuito nei fastfood dei bicchieri bianchi con un QR Code che richiama un’applicazione – Snowball Effect, purtroppo non scaricabile da noi – con la quale sfidare gli amici a suon di palle di neve e donare ulteriori fondi al WWF.

E in Italia, cosa possiamo fare? Anche nel nostro Paese il WWF è attivo con una campagna che sensibilizza su temi quali la distruzione degli habitat naturali, i cambiamenti climatici e il bracconaggio che rischiano di far scomparire per sempre dal nostro pianete animali quali tigri, orsi, elefanti, panda, oranghi e molti altri animali (una delle ultime dichiarazioni della IUCN, l’Unione Internazionale per la salvaguardia della natura, da questo punto di vista è allarmante: un quarto dei mammiferi è a rischio estinzione).

adozioni

Dare il proprio contributo è molte semplice: basta andare nella sezione Adozioni del sito del WWF Italia scegliere una delle dodici specie simbolo (ci sono anche tre specie italiane) e devolvere quanto ci sembra opportuno per fare in modo che la ONG-Onlus possa essere sempre più agguerrita nel contrastare il commerciali illegale e nell’aumentare il numero delle riserve naturali.

Le tipologie di donazioni sono tre: la donazione semplice (a partire da 30 euro), l’azione con peluche (peluche WWF realizzati senza PVC, a partire da 50 euro) e l’adozione Trio dedicata alla salvaguardia di quattro grandi habitat condivisi da più specie a rischio. Il trittico italiano propone orso bruno, lupo e delfino: con una donazione a partire da 125 euro, si riceveranno tre peluche e tre kit con planisfero e certificati personalizzabili.

Per chi volesse essere a impatto zero anche nella proprio donazione, inoltre, è possibile scegliere l’adozione digitale I WWF you che consentirà di ricevere uno sfondo per il desktop e  uno screensaver.

Tutto può essere anche una originale idea regalo: potremmo infatti realizzare una ecard che verrà consegnata il giorno da noi scelto al destinatario del nostro dono.

Forse è un po’ prematuro scambiarsi gli auguri di Natale. Ma non siamo certo in anticipo per augurare ai nostri “amici animali” un futuro migliore. Anche grazie al nostro aiuto, noi che troppo spesso siamo stati per loro – e continuiamo ad esserlo – una minaccia.

Articolo sponsorizzato

Telethon, da vent’anni contro le malattie genetiche

Sono sempre contento nel blog di poter dire la mia su film, libri o qualsiasi cosa altra cosa mi appassioni. Ma sono ancora più felice quando qualcuno pensa al mio spazio come cassa di risonanza per sensibilizzare il pubblico della Rete circa nuove iniziative. Soprattutto se davvero costruttive.
Oggi parlo di Telethon associazione che dal 1990, in Italia, finanzia e promuove ricerca scientifica eccellente sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche (il termine telethon nasce nel 1966 come contrazione tra television e marathon, vocabolo utilizzato da Jerry Lewis con il fine di raccogliere fondi).

In genere le malattie genetiche, avendo un’incidenza (per fortuna!) non così diffusa (si calcola che in Italia circa l’1% della popolazione sia affetto da malattie neuromuscolari), vengono trascurate dai grandi investimenti pubblici e privati che finanziano soprattutto la ricerca legata a patologie che colpiscono molti individui.
Ma la ricerca anche se relativa a campi apparentemente “minoritari” può aiutare a comprendere anche i meccanismi che regolano le malattie più diffuse (e tutti sappiamo quanto bisogno abbia il nostro Paese di fondi per la ricerca).
E tra l’altro, nonostante i progressi fatti, ad oggi non è stata ancora messa a punto una terapia definitiva. Molte sono le speranze che ruotano attorno alla terapia genetica con la quale, per dirla in parole povere, tentare di correggere geni difettosi introducendo nel corpo del paziente copie “sane”.

Sotto il termine distrofia muscolare, ad esempio, si raccolgono un gruppo di malattie a carattere degenerativo che causano la progressiva atrofia della muscolatura scheletrica. E purtroppo spesso queste malattie colpiscono anche i bambini.

Un esempio è quello dei piccoli noti come “bambini bolla”, colpiti da una gravissima forma di immunodeficienza che li costringeva a vivere dentro “bolle” sterili ma curati – ad oggi sono 14 i piccoli pazienti – con successo grazie al supporto di Telethon.

Continuiamo a credere nella ricerca e nei progetti Telethon. Aiutiamo la ricerca per aiutare noi stessi: regaliamoci un mondo migliore e ogni anno più forte nei confronti delle malattie genetiche debilitanti (visto che ci sono segnalo anche la pagina facebook tramite la quale seguire i vari aggiornamenti con estrema facilità).

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