Organizzarsi per sopravvivere al mare magnum che è il web

Il mondo informativo negli ultimi anni ha subito notevoli cambiamenti. La funzione, ad esempio, di gatekeeper, di filtro di alcuni mass media appare oggi almeno in parte superata da nuovi strumenti – primo su tutti il web – che permettono da un lato a qualunque utente di diventare un “canale” comunicativo dall’altro consentono ad ognuno di noi di realizzare la propria cornice informativa personalizzata. Non bisogna però cadere nel tranello di pensare che ad un volume superiore di informazioni corrisponda automaticamente un migliore modo di utilizzarle. Ecco perché, in occasione del SOTN di Trieste, presso l’angolo Apogeo, sono stato ben felice di riuscire a strappare una copia di Sopravvivere alle informazioni su Internet – Rimedi all’information overload di Alessandra Farabegoli. Un testo del quale da subito ho apprezzato la semplicità, lo spiccato senso pratico e la sintesi con la quale le diverse necessità vengono affrontate. Il libro è una sorta di manuale di “sopravvivenza” che, inserendosi nel filone dell’alfabetismo digitale, punta a fornirci le dritte per organizzare al meglio il nostro tempo e le risorse (email, notizie, link, note, documenti, password) di cui disponiamo.

Consigli mai banali, presentati in maniera approfondita per rendere la nostra “dieta informativa” più ordinata, più efficace e quindi più facilmente fruibile.

E se, almeno per il sottoscritto, la mission inbox zero resta ancora un miraggio, è anche vero che proprio grazie agli stimoli del libro ho iniziato a organizzare la mia posta dividendola in macrodirectory in base al mittente, ho scaricato Remember the Milk una app gratuita per evitare di dimenticare le mia to do list, ho iniziato a salvare i link degli articoli che mi paiono interessanti ma che non posso leggere subito su Instapaper. Insomma mi sento un utente più smaliziato e meno in balia dell’enorme flusso informativo che ogni giorno sono chiamato a navigare.

Social Network di Marco Massarotto

I social media, nel mio caso, non rappresentano solo motivo di svago, sono parte integrante del mio lavoro. Da quando ho iniziato ad affacciarmi a quella porzione di mondo allora chiamata web 2.0 più di tre anno orsono, moltissime cose sono cambiate. Da allora si sono imposti strumenti quali twitter, facebook e foursquare – giusto per citare alcuni – che nel giro di un arco temporale brevissimo hanno attirato l’attenzione di milioni di utenti e al contempo quella dei brand, desiderosi di sperimentare nuovi canali e nuove modalità comunicative. Ma se alcuni tool possono sembrare di semplicissimo utilizzo, non risulta certo immediato costruire e comunicare identità nelle Rete. Ecco perchè un libro come Social Network di Marco Massarotto (che ringrazio ancora una volta per avermi fornito una copia del testo) non può che essere una lettura consigliata. Dalla storia alla scenario attuale, dagli strumenti alla strategie, il testo raccoglie spunti molto interessanti analizzati in maniera sintetica (abbondano gli elenchi puntati) e con richiami a casi concreti che facilitano la comprensione anche ai non adetti ai lavori. Un sunto di un mondo, quello dei social network, in costante evoluzione ma che tuttavia viene raccontato – anche grazie a un’impaginazione semplice quanto efficace – in maniera puntuale con segnalazioni, note e suggerimenti su eventuali risorse adatte ad approfondire una determinata tematica (io, per esempio, ho trovato molto interessante la parte delle social media policy, una questione che non avevo mai avuto modo di approfondire). Il web è un media “giovane” che, per guadagnare consensi (soprattutto in termini di investimenti pubblicitari), ha bisogno anche di riflessioni come il quella di Marco, buona lettura.

Leggere e scrivere nell’epoca dei nuovi media…

Il mio pallino ultimamente – lo confesso – è il Kindle, l’ormai celebre ebook di Amazon. Amo leggere i libri e la loro fisicità, annuso le pagine, faccio le “orecchie” negli angoli in alto come promemoria di ciò che più mi colpisce. Ma non posso nascondere la curiosità verso un supporto che sinora ho toccato con mano solo in rarissime occasioni.
Ecco perchè quando – in virtù della mia rapidità – l’account twitter di Apogeo mi ha dato l’opportunità di ricevere una copia omaggio de Il testo digitale di Alessandra Anichini non ho potuto che esserne felice (grazie ancora!).
Il mio non è solo un desiderio da digital-addicted. La fruizione degli ebook suscita il mio interesse anche da un punto di vista sociaologico diciamo così, in qualità di osservatore e appassionato del mondo media-editoria.
Già prima di leggere il libro della Anichini, infatti, mi ero chiesto se e in caso in che modo i nuovi strumenti digitali “in mobilità” – dagli smartphone ai tab, dagli ebook ai sempri più piccoli notebook – potessero poi influire nel nostro modo di “consumare testi”.
Il testo digitale mi ha permesso di approfondire più nel dettaglio origini e sviluppi dei libri, di quelli oggetti che nel tempo, come sottolinea già dall’indice l’autrice, si sono trasformati da testi per pensare a testi da esplorare e condividere.
Multimedialità, ipertestulità e scrittura collaborativa – per citarne solo tre – sono alcune delle accezioni che hanno modificato il concetto stesso di testo variando anche noi lettori, parte attiva indubbiamente coinvolta nella metamorfosi in corso.
Dalla stele dell’antica Mesapotamia ai giorni nostri molto è cambiato. Conoscere, almeno per sommi capi, i progressi fatti attorno ai concetti di scrittura e linguaggio non è solo un modo per capire il presente ma anche una solida base per tentare di comprendere scenari e implicazioni future.
Tutto questo è sintetizzato ne Il testo digitale, con chiarezza, semplicità e con abbondanza di esempi.
L’unico rammarico è quello di non averlo potuto leggere su un ebook. Buona lettura!