The Waiting, la serie web per il lancio della Nuova Renault Clio #waiting4clio #enigmi4clio

Alcune settimane fa ho parlato dell’importanza dello storytelling nella comunicazione digitale per puntare al coinvolgimento del pubblico online. In questo post, continuando quei ragionamenti, vorrei spendere due parole sulla bella iniziativa proposta da Renault per il lancio della Nuova Clio. Si tratta di una vera e propria serie (dai toni vagamente sci-fi) – The Waiting questo il titolo ad anticipare l’uscita dell’auto prevista per metà mese – con protagonista Luca Argentero per la regia di Igor Borghi (noto aver contribuito ad alcuni episodi di R.I.S. Delitti Imperfetti) e la sceneggiatura di Chiellini, De Marinis, Levati, autori della parodia italiana di Nip/Tuck, Taglie e Cuci.

Tempo rallentato, colori innaturali, linguaggi sconosciuti, strane visioni iniziano ad annebbiare la vista del protagonista, incapace di capire cosa gli stia accadendo. Passano i giorni e le visioni diventano sempre più frequenti e il rapporto con chi lo circonda sempre più distaccato. Ecco il video della quinta e ultima puntata (per partire dalla puntata pilota invece cliccare qui):

La comunicazione di Renault non si è fermata al video. E’ stata creata una vera e propria community online attorno alla nuova auto e all’iniziativa (chiamata waiting4clio), con offerte dedicate a chi si è registrato (offerta limited edition sport, offerta di finanziamento, offerta di supervalutazione),  materiali dal backstage delle riprese e opportunità di sconto per gli acquisti effettuati tra i brand partner (tra i quali Spalding e Philips).

E’ stata inoltre creata una pagina Facebook enigmi4clio attraverso la quale ogni settimana, in corrispondenza del lancio di un nuovo episodio, è stato chiesto agli utenti di trovare, all’interno del video, la soluzione ad un enigma del quale veniva dato un inizio.

Il finale che personalmente avrei dato alla serie? Il protagonista, raggiunta l’auto, avrebbe aperto la portiera e avrebbe visto uscire l’uomo misterioso che, sarcastico, gli avrebbe chiesto: “Vuoi un passaggio?”. Sarebbe quindi scappato correndo veloce tra il traffico. Nella fuga, girando l’angolo di un edificio, si sarebbe trovato una nuova Renault Clio di fronte che, per evitarlo, avrebbe dovuto effettuare una portentosa frenata. Rendendosi conto del pericolo, con lo stridere dei pneumatici sull’asfalto sempre più vicino avrebbe chiuso gli occhi coprendosi quasi istintivamente il volto con le braccia urlando. In preda all’ansia, dopo alcuni secondi di improvviso silenzio, avrebbe aperto di scatto gli occhi ritrovandosi sul proprio letto. Un secondo dopo sarebbe squillato il cellulare e, riconoscendo la voce della segretaria, il protagonista si sarebbe reso conto di essere tornato al primo giorno di visioni. Stavolta, all’invito della sua lei però, avrebbe accettato evitando di isolarsi in una “realtà parallela” e spazzando contemporaneamente via le macabre visioni (per proposte di finali alternativi usate pure i commenti).

Bella iniziativa (e bella anche la nuova Clio!) che spero possa proseguire anche dopo l’uscita dell’automobile in concessionaria.

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Video non spot. O dell’importanza dello storytelling.

Da tempo mi ero ripromesso di spendere due righe sui video online (intendo realizzati pensando alla Rete) caricati su YouTube non tanto per far conoscere un prodotto/servizio, quanto per coinvolgere gli utenti nel tentativo da una parte di migliorare la percezione del brand dietro l’operazione e dell’altra di riuscire a fare in modo che gli stessi (potenziali) consumatori veicolino il messaggio attraverso i loro network on e offline.

Cercavo qualche esempio “nostrano” sulla stessa linea d’onda del (bellissimo) video The Lego Story, un cortometraggio animato realizzato per celebrare gli 80 anni della celebre casa danese di mattoncini colorati. Il video – che ha ormai superato i 2.6 milioni di visualizzazioni a poco più di un mese dal caricamento – racconta la nascita e le successive disavventure del gruppo quasi fosse una sorta di fiaba a lieto fine capace di premiare tenacia, creatività e determinazione.

[youtube http://youtu.be/NdDU_BBJW9Y&w=440&h=360]

Ho individuato i video di due campagne pubblicitarie ora onair che mi sembrano, seppur in maniera molto diversa, raggiungere lo scopo di creare il cosiddetto engagement, lasciando da parte l’idea del tradizionale spot (“Questo è il prodotto, queste le sue caratteristiche, provalo!”) per una comunicazione trasversale più vicina ai “canoni estetici” degli utenti online.

Il primo esempio punta sull’ironia di Maccio Capatonda per spingere il sito (con relativo concorso) Lavatrici Finite Male, nel quale trova spazio il manifesto di una sorta di campagna di sensibilizzazione contro le lavatrici “cresciute sole e senza amore […] rovinate dal calcare e abbandonata a se stesse”. Cinque video (più il trailer qui sotto) molto divertenti che mostrano, in diverse situazioni tragicomiche, il declino di elettrodomestici mal funzionanti che, subito un degrado non solo materiale, sono confinati ai margini della società. L’iniziativa (di prevenzione per salvare le lavatrici dal tunnel del calcare) è di Calgon e punta far conoscere la propria linea di prodotti in una maniera alternativa, svecchiando un brand che nell’immaginario appare forse un po’ datato.

[youtube http://youtu.be/bn1N3h8gtWo&w=440&h=360]

Il secondo esempio è invece quello del video di Unemployee of the year, nuova campagna della Fondazione Unhate di Benetton Group tramite la quale è stato lanciato un contest a sostegno delle idee dei giovani per il cambiamento. Un contributo, in particolare, alla lotta contro la disoccupazione giovanile che vuole stimolare ragazzi e ragazze di tutto il mondo a proporre i loro progetti (con ricaduta positiva sulla comunità) e a sperare, al di là dei premi in palio, in un futuro migliore, con un lavoro (delle certezze) e soprattutto con la dignità che da questo ne può derivare (bello il claim sottointeso: senza dignità, in tutte le sfere della vita, non c’è futuro).

[youtube http://youtu.be/zKZ3w_Vg4o8&w=440&h=360]

Due esempi, anche più azzardati rispetto alla comunicazione corporate di Lego, che sottolineano una volta di più l’importanza di video in grado di emozionare nel senso più vero del termine, di far sorridere, riflettere, commuovere, insomma di non lasciare l’utente indifferente, di possedere quel quid che poi porta, una volta terminata la visione del contenuto, a sentire quasi la necessità di condividerlo con i nostri amici. No ads but content, video lontani dalla classica interruzione pubblicitaria ma (micro)storie capaci di coinvolgere. Complimenti!

Chill, la tua fresca videobacheca

Continua il mio viaggio virtuale sulle piattaforme social che ruotano attorno a contenuti video. Dopo il post di alcune settimane fa su Socialcam e Viddy, oggi spendo due parole su Chill, la mia ultima scoperta sulla scia delle bacheche virtuali in stile Pinterest.
La homepage del sito è molto intuitiva e presenta un’anteprima dettagliata su quanto offerto del social network: la pagina mostra alcuni dei video più visualizzati (le visualizzazioni si devono intendere “interne” al social network) e commentati. Ogni utente può cliccare sul contenuto che lo attira di più (puntando sullo squalo che azzanna qualcosa non si sbaglia mai), vedere il contenuto e la categoria associate, i top video del momento e i related video. Da notare come, alla fine del video, compaia in automatico un conto alla rovescia che avvia il contenuto sucessivo (nel mio caso, Carp Attack).

Se invece si decide di accedere tramite il proprio profilo Facebook, scelti interessi, persone da coinvolgere nel proprio network, “caselle” con la quali organizzare i nostri contenuti, si può iniziare a lavorare sul proprio profilo. E’ infatti possibile personalizzare la propria pagina inserendo una frase rappresentativa piuttosto che immagine di “testata” (random tra quelle disponibili o da noi realizzata). E’ possibile inoltre seguire i profili a noi più affini, risegnalare i loro contenuti, commentarli o sintetizzare con emoticon cioè che pensiamo del video proposto.

Una della caratteristiche più interessanti è il cosiddetto Chill Stash che permette di mettere una sorta di “segnavideo” nel momento in cui, vedendo un particolare contenuto, restassimo comunque folgorati da quello che nella bacheca gli è poco distante senza però avere tempo e modo di vederne più di uno (basta cliccare, restando con il cursore sul video, la “C” in alto a sinistra). Tra l’altro la lista degli “stash” è pubblica per cui ognuno più visualizzare i video che ci siamo segnati ma che ancora non ci siamo gustati per intero.

Anche per Chill è possibile installare nel broswer un plug-in per rendere più semplice l’aggiornamento della bacheca e cariche così facilmente i propri video preferiti di YouTube, Vimeo, Vevo a Hulu (Chill supporto anche le dirette streaming di eventi su Ustream, Livestream…).

La startup di Los Angeles lo scorso agosto ha rinnovato la propria presenza online focalizzandosi sull’aggregazione di video invece di puntare su video visti da gruppi di utenti.

Chill, tra l’altro, è recentemente balzata agli onori delle cronache perché Scott Hurff, il fondatore della piattaforma di condivisione, ha raccolto in un’unica pagina oltre 100 video dedicati a Steve Jobs.

Il video continua ad essere il format in maggiore crescita del web trainato anche dal mobile (anche se al momento Chill non ha ancora lanciato una sua app), sarà interessante cogliere gli sviluppi della Rete anche in relazione alla fruizione dei contenuti video da parte degli utenti.

[update: Chill.com è si è nel corso degli anni trasformata da bacheca video in stile Pinterest a realtà che si occupa della distribuzione di contenuti quali film, commedie e serie ad episodi]

Havaianas European Tour @ Milan

Un po’ di tempo fa, ai primi caldi raggi di sole, quando avevo ormai deciso fosse arrivata la bella stagione, sono stato protagonista del tour europeo Havainas Origine Collection (ecco cosa scrivevo pochi giorni prima dell’incontro).

Dopo le dovute presentazioni, assegnate le espadrillas (le mie sono davvero originalissime e coloratissime), io e gli/le altri/e blogger invitati per l’occasione ci siamo inoltrati nella splendida cornice di Parco Sempione dove è stata a noi assegnata una piccola videocamera. Posizionati in cerchio, ad ognuno di noi è infatti stato chiesto a turno di “esibirsi” in una qualche acrobazia filmata dagli altri seduti ad “ammirare”, almeno per quanto riguarda il sottoscritto, l’impegno profuso più che il risultato finale. I diversi girati dalle differenti angolature sono stati poi montati in un bel video che con la tecnica Matrix Effect ha dato vita a un susseguirsi di frame davvero suggestivo, che permette all’occhio di chi guarda di girare intorno alla scena e vederla dai diversi occhi “elettronici” (non infierite sulla mia elasticità nel lanciare saltando, grazie).

Star del video le mitiche espradillas: semplici, adatte a qualsiasi situazione, leggere e resistenti all’acqua sono sinonimo per eccellenza dell’estate tutto l’anno. E quando il week-end nonostante il calendario si preannuncia piovoso non resta che immergersi nella pagina ufficiale di Havaianas, navigare nello store online o a individuare il rivenditore a noi più vicino.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=okAVZMWbLPA&w=440&h=360]

Tornando per un attimo all’evento, all’inizio lo confesso, ero un po’ preoccupato. Ma poi mi sono lasciato andare immaginandomi (già) sulla spiaggia e mi sono gustato la leggerezza che indossare le espadrillas porta sempre con sé. Complimenti per l’iniziativa e grazie ancora a Havaianas per avermi dato l’opportunità di partecipare, buona estate!

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Socialcam e Viddy, c’è vita (social) oltre YouTube

Il traffico video online è in vertiginoso aumento. Gli smartphone ormai offrono fotocamere molto sofisticate e il web propone molte semplici utility per editare con semplicità i propri contenuti. Due applicazioni, in particolare, sono nelle ultime settimane le più chiacchierate, entrambe paragonate, per quel che riguarda la parte video, a Istangram, l’applicazione foto-filtri di maggior successo recentemente acquisita da Facebook.

La prima app è Socialcam. Realizzato un video, gli si associa un titolo, la posizione, il livello di condivisione (pubblico o riservato al proprio network) e poi si passa ad editare il file scegliendo un tema e una musica di sottofondo (se il video lo si gira con l’applicazione è invece possibile scegliere anche un filtro). Fatto questo si scelgono i tag delle persone presenti nel video – e nella community di Socialcam – o i loro indirizzi mail per informarli della pubblicazione e i social network con i quali sincronizzare la diffusione del video. Proprio come Istangram, è possibile in ogni momento seguire il proprio profilo in termini di iscrizioni, iscritti, commenti e tag. E anche su Socialcam è possibile inserire nei commenti degli hashtag per organizzare al meglio i propri contenuti rendendoli più facilmente individuabili anche dagli altri utenti.

La seconda app che segnalo è salita agli onori delle cronache per aver attirato le attenzioni di Mark Zuckerberg (per ora solo come utente, ha caricato un video del proprio cagnolino dal titolo “baby beast” capace di raccogliere oltre 2500 like e oltre 300 commenti in un solo giorno, qualcuno vocifera si sia trattato di una sorta di “prova” in vista di una possibile acquisizione) e di altri personaggi dello start system (da Jay-Z a Biz Stone, da Shakira a Will Smith come investitori del progetto).

Anche in questo caso si tratta di condividere video, per ora solo della durata di masssimo 15 secondi (nel caso il video fosse più lungo se ne può scegliere solo una parte). E forse proprio per questo Viddy mi attira di più, è più semplice condividere e vedere i video altrui (per default si segue un utente chiamato JJ Aguhob seguito da oltre 15 milioni di utenti!).

Scelto il video si possono inserire degli effetti e musica facendo il download, gratuito o a pagamento passando dal marketplace. Nel caso invece lo si voglia girare mediate la app, tramite le opzione avanzate si possono regolare il focus, l’esposizione, bilanciare il bianco, settare il microfono, inserire il timer e modificare il formato del video (4:3 o 16:9).

Il funzionamento di Viddy non è molto dissimile da quello di Socialcam ma la applicazione mi pare decisamente più curata, più semplice, più “professionale”, con un’interfaccia più immediata che permette subito di vedere i video più popolari e quelli appena caricati (mi sono esaltato guardando “Flair on a curb”, il video di un ragazzo che fa una capriola su se stesso con un monopattino) e con una community più attiva. Tra l’altro ho notato come, tra i vari filtri da applicare al video, ci sia anche un Linkin Park Bundle, un bel modo che la band ha scelto per coinvolgere i proprio utenti permettendo loro di personalizzare i propri video con la grafica.

Luci spente, silenzio in sala, ho come l’impressione che questo sia solo l’inizio di un’altra piccola grande rivoluzione che porterà chiunque ad avere (almeno) i suoi 15 secondi di celebrità.

Le lezioni di Schweppes per migliorare l’appeal della propria voce

Uno dei miei sogni nel cassetto è quello di diventare un doppiatore. Ho sempre pensato che doppiare un film fosse, facendolo bene, in fondo come recitare. Solo, dietro un microfono. Certo dovrei seguire un po’ di lezioni di dizione, ad oggi forse mi potrei proporre solo per il ruolo di voce di Carl Carlson dei Simpons.
Ma fortunatamente ho trovato online qualcosa che può aiutarmi a fare un po’ di pratica. Si tratta dell’applicazione facebook Improve your Schweppes appeal. Una divertente serie di lezioni per migliorare il fascino della propria voce e attirare le persone come “api al miele”.
Accesa la webcam e attivato il microfono bisognerà dimostrare passione e tecnica per superare brillantemente i tre livelli (oltre il test iniziale) che portano al fatidico punteggio finale. Le prove sono più complicate di quanto sembrino all’apparenza. Per carità nulla di impossibile ma si vuole puntare ad una alta percentuale complessiva occorre porre molta attenzione a tono e ritmo della propria parlata.
Al countdown infatti dovremmo ripetere la frase il nostro “mentore” – Guy Gadbois – facendo in modo che la vostra voce segua quanto più possibile i grafici indicati.

La prima delle tre prove per quanto mi riguarda risulta la più ostica, quella che più pregiudica il mio risultato finale. Mi incarto sempre nella parte iniziale della frase e finisco per guadagnarmi un bel “deprimente” (non esattamente la sensualità del rumore dello stappo di una bottiglietta Schweppes).
Ma poi mi riprendo e nonostante tutto alla fine bene o male riesco comunque a diventare la secondo persona più Schweppesy del mondo. Almeno secondo il mio insegnate (mi pare quasi di dover doppiare Il discorso del re, ecco qui sotto il video introduttivo dell’iniziativa).

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=nFYyKyZ7Olo&w=440&h=390]

Un’applicazione simpatica con la quale giocare a sfidare i propri amici e scoprire in che misura la nostra voce possa essere considerata un’arma di seduzione. Personalmente al primo tentativo ho raggiunto quota 58%, vetta superata di pochissimo (59%) nonostante i successivi tentativi. E voi?

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Interno Rosso, una sitcom in casa Ducati

La scorsa settimana ha avuto il piacere di essere sul set di Interno Rosso, la fiction nata per il web dalla collaborazione tra Ducati e Tim. Un’emozione davvero grande: vuoi perchè la sede è proprio quella di Borgo Panigale, storica roccaforte Ducati (con tanto di museo che anche se di fretta sono riuscito a visitare), vuoi perchè mi sono sentito come dentro Boris, fianco a fianco ad attori, tecnici della luce, dell’audio, del regista, dello sceneggiatore, della ragazza del trucco. Vivendo non solo il momento sucessivo al ciak ma anche tutte quelle operazioni che poi consentono di far partire le riprese, dal buffet alla revisione sul set del copione (ho tentato di fare una cronaca su twitter della giornata utilizzando #internorosso ma sul set il cellulare non era permesso).

Dopo la pausa pranzo, prima dell’inizio delle riprese, ho strappato anche una piaccola intervista…

Mi chiamo Angelo Camba, sono il regista di Interno Rosso la sitcom a camera fissa fatta di sketch che ha per protagonisti due meccanici burloni, cognati, che lavorano nelle ufficine Ducati e che fanno dei pasticci tutto il giorno. Uno – Bob – sogna di essere uno dei meccanici della squadra corse e l’altro – Marco – lo riporta, invece, sempre con i piedi per terra.

Interno Rosso nasce all’interno di un programma di sponsorizzazione della Ducati da parte di Telecom ed ha l’obiettivo di raccontare in chiave ironica il mondo di casa Borgo Panigale. Nonostante il momento non brillantissimo del reparto corse, la casa motociclistica vuole comuque tenere alto l’umore dei propri fan.

I video vengono pubblicati su tutti i canali social di Tim con una buona risposta di pubblico anche se non ancora di “massa” ma legata soprattutto agli appassionati di moto in generale e a ducatisti in particolare.

…e ho “rubato” anche un brevissima anteprima del nuovo episosio 8…

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=dNjVr2M_zm0&w=440&h=390]

Un ringraziamento a tutto lo staff di professionisti (nonostante si rida spesso sul set, il lavoro è realizzato con estrema cura e dedizione) che ho incontrato, gentilissimo e disponibile anche quando forse sono stato un po’ di intrancio. E a Ducati e Tim per l’ospitalità.

Un grossissimo in bocca al lupo al progetto, non posso che attendere con trepidazione la messa online dei nuoi capitoli (un saluto anche ai miei compagni di ventura sportzoo e npmagazine).

 

PUMA, da Social a Social on Tour


Sono un appassionato di sneaker, le scarpette nate come sportive ma oggi diventate parte integrante di un abbigliamento casual.

Nel mio immaginario, tra le incone delle calzature dalla suola di gomma, ci sono sicuramente le PUMA SUEDE nate nel lontano 1971 come alternativa in pelle alla scarpetta indossata da uno dei “play” più forti nella storia dell’NBA, Walt Frazier (soprannominato anche Clyde per il suo modo di portare il cappello).

Adoro le SUEDE anche perchè, pur essendo dei veri e propri must per chi ama un certo tipo di vestiario (e mi verrebbe da dire anche di way of life), nel corso del tempo hanno saputo rinnovarsi senza mai perdere l’originalità del loro stile.

Per rendersene conto basta dare un’occhiata al sito PUMA Online Shop nel quale scoprire un sacco di accattivanti colorazioni. A me personalmente, per esempio, piace molto la nuova combinazione grigia con banda nera, sportiva ma a suo modo anche elegante (limestone grey-black-white-team gold il nome specifico).

Ma è in generale il brand PUMA per intero ad essere entrato in una sorta di vortice “creativo” che ha portato al lancio di un bellissimo progetto: PUMA SOCIAL.

E’ una sorta di community che riunisce tutti gli “atleti della notte”, quelli che finito di studire o di lavorare, si liberano degli abiti formali e si sfidano a biliardo, ping pong, freccette, bowling o karaoke. Un’idea diversa di sport, più democratica e che non si prende sul serio sino in fondo.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=RrXn29HhGDw&w=640&h=390]

Finalmente la mia attesa di fan PUMA è stata premiata: PUMA SOCIAL da fine a marzo è infatti diventata una serie di eventi che in maniera itinerante gireranno l’Italia da Sud a Nord alla ricerca degli atleti dell’afterhour.

Il meccanismo degli eventi è semplice e organizzato in tre step:

–       step uno, POMERIGGIO ALLO STORE: di fronte al negozio un pickup truck coinvolgerà i passanti con giochi e distribuzione di gadget e flayer-inviti per la serata;

–       step due, APERTIVO TIME: il pickup track si sposta nelle zone degli aperitivi continuando il recruiting degli after hours athlete.

–       step tre, LATE EVENING: in uno dei locali più cool della città si festeggia insieme il PUMA SOCIAL CLUB tra regali, sfide, foto e dj set.

Ecco alcune delle date ad oggi in calendario:

8 APRILE, ore 15/19 POMERIGGIO ALLO STORE al KIDULTS di Torino;

8 APRILE, dalle 22.30 party PUMA SOCIAL CLUB a LA DROGHERIA di Torino;

22 APRILE, ore 15/19 POMERIGGIO ALLO STORE al LONDON di Napoli;

22 APRILE, dalle 22.30 party PUMA SOCIAL CLUB a MIAMI ROOM di Napoli;

6 MAGGIO, ore 15/19 POMERIGGIO ALLO STORE allo SCOUT du Vicenza;

6 MAGGIO, dalle 22.30 party PUMA SOCIAL CLUB all’OVOSODO di Vicenza;

14 MAGGIO, ore 15/19 POMERIGGIO ALLO STORE al PEACOCK di Bologna;

14 MAGGIO, dalle 22.30 party PUMA SOCIAL al LAB 16 di Bologna.

Farò di tutto per non perdere l’appuntamento di Vicenza per tentare così di accappararmi la divisa che mi “spetta” in qualità di PUMA addicted e atleta della notte: il braccialetto per ricevere la t-shirt personalizzata in esclusiva deve essere mio!

Complimenti a PUMA per questa iniziativa davvero molto carina e in assoluta sintonia con il brand e con quello che, almeno per il sottoscritto, rappresenta.

Per tutte le altre info, non resta che visitare PUMA SOCIAL o @ la pagina facebook dalla quale ho “rubato” le foto relative ai primi eventi “nostrani” (speriamo il tour arrivi prima o poi anche a Milano!).

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Telethon, da vent’anni contro le malattie genetiche

Sono sempre contento nel blog di poter dire la mia su film, libri o qualsiasi cosa altra cosa mi appassioni. Ma sono ancora più felice quando qualcuno pensa al mio spazio come cassa di risonanza per sensibilizzare il pubblico della Rete circa nuove iniziative. Soprattutto se davvero costruttive.
Oggi parlo di Telethon associazione che dal 1990, in Italia, finanzia e promuove ricerca scientifica eccellente sulla distrofia muscolare e le altre malattie genetiche (il termine telethon nasce nel 1966 come contrazione tra television e marathon, vocabolo utilizzato da Jerry Lewis con il fine di raccogliere fondi).

In genere le malattie genetiche, avendo un’incidenza (per fortuna!) non così diffusa (si calcola che in Italia circa l’1% della popolazione sia affetto da malattie neuromuscolari), vengono trascurate dai grandi investimenti pubblici e privati che finanziano soprattutto la ricerca legata a patologie che colpiscono molti individui.
Ma la ricerca anche se relativa a campi apparentemente “minoritari” può aiutare a comprendere anche i meccanismi che regolano le malattie più diffuse (e tutti sappiamo quanto bisogno abbia il nostro Paese di fondi per la ricerca).
E tra l’altro, nonostante i progressi fatti, ad oggi non è stata ancora messa a punto una terapia definitiva. Molte sono le speranze che ruotano attorno alla terapia genetica con la quale, per dirla in parole povere, tentare di correggere geni difettosi introducendo nel corpo del paziente copie “sane”.

Sotto il termine distrofia muscolare, ad esempio, si raccolgono un gruppo di malattie a carattere degenerativo che causano la progressiva atrofia della muscolatura scheletrica. E purtroppo spesso queste malattie colpiscono anche i bambini.

Un esempio è quello dei piccoli noti come “bambini bolla”, colpiti da una gravissima forma di immunodeficienza che li costringeva a vivere dentro “bolle” sterili ma curati – ad oggi sono 14 i piccoli pazienti – con successo grazie al supporto di Telethon.

Continuiamo a credere nella ricerca e nei progetti Telethon. Aiutiamo la ricerca per aiutare noi stessi: regaliamoci un mondo migliore e ogni anno più forte nei confronti delle malattie genetiche debilitanti (visto che ci sono segnalo anche la pagina facebook tramite la quale seguire i vari aggiornamenti con estrema facilità).

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=-3iZPrTto9I&w=425&h=349]

Evento Sony United, il 3D che non ti aspetti

Il 16 settembre scorso ho avuto modo di partecipare all’evento Sony United, appuntamento riservato alla presentazione delle più succose novità del gruppo Sony.
Ques’anno gran parte dei lanci della casa giapponese saranno legati al mondo del 3D sul quale ormai quasi tutte le aziende legate alla sfera dell’entertainment sembrano aver puntato.
Ho così potuto ammirare – e, quando possibile, toccare con mano – i nuovi televisori Bravia, le fotocamere compatte con le quali realizzare foto (anche panoramiche) in 3D, il nuovo controller Playstation Move, gli occhialini per gustarsi appieno i titoli 3D stereoscopici e gli ebook Sony.
Due le cose che mi hanno colpito maggiormente. Da una parte sono rimasto assolutamente sconvolto da quella che all’apparenza sembrava una semplice foto sfocata ma che invece, una volta indossati gli occhialini, si è dimostrato essere uno scatto nel quale la tridimensionalità era resa perfettamente: si trattava della foto di una sorta di chiostro nella quale gli archi e tutti gli altri componenti architettoci, con gli occhiali 3D, davano all’immagine una profondità e un realismo incredibile.
La seconda novità che mi ha impressionato è la visione – in anteprima – del titolo di prossima uscita (si parla del gennaio 2011) Mondiali Fifa sudafrica 2010: anche in questo caso il blu-ray unito al 3D riesce a stupire per la sequenza di immagini – montate, con un lavorone, dalle riprese di 7 coppie di camere professionali Sony – nella quale tutto è talmente reale da spingere quasi ad allungare le mani per “toccare” quanto si vede. Nei movimenti veloci forse l’occhio ha bisogno di un po’ di tempo per abituarsi alla visione 3D, ma quando c’è qualcosa di pressochè statico – ad esempio quando Puyol alza la Coppa portato in trionfo dai compagni – tutto, compreso quello che di solito è il semplice “sfondo” degli spalti, sembra essere vivo, non una mera riproduzione visiva.
Anche guardando un altro filmato legato al mondo del mare – Oceani, ndr – ho potuto ammirare appieno la “potenza” del 3D: quando un branco di pesci o una anguilla ha puntato verso me spettatore, ho avuto la netta sensazione che qualcosa uscisse dallo schermo e si frapponesse tra me la tv.
La sezione “game” invece non mi ha riservato grandi soprese. Da possessore di Wii, Playstation Move non mi ha detto poi molto. E sinceramente, anche il gioco di tennis proposto in 3D – Virtual Tennis 4 – e lo sparatutto – Socom 4 se non ricordo male – giocato con il nuovo controller (si può davvero giocare “seriamente” uno sparattutto con il Move?!?) non mi hanno poi esaltato più di tanto. Diverso il discorso per la “demo” di Gran Turismo 5, in cui il 3D rende ancora più coinvolgente – ammesso che ce ne sia davvero il bisogno – il titolo (e la perenne fila per provare il simulatore non ha lasciato dubbi sulla bontà del connubio gt5+3D).
Un bell’appuntamento insomma, semplice quanto interessante. Per chiudere, un doveroso ringraziamento a Sony per avermi dato l’opportunità di partecipare all’iniziativa.