Pinterest, la bacheca virtuale ora è anche social

Grazie alla segnalazione di zilvi4 ho scoperto Pinterest, un nuovo social network from Palo Alto, California. Si tratta di un sistema di social bookmarking che nasce sulla scia di digg, reddit o del.icio.us con però alcune peculiarità. L’idea alla base è quella di dare l’opportunità agli utenti di creare della loro bacheche (assolutamente personalizzabili) sulle quali “attaccare” virtualmente delle pin, delle puntine in corrispondenza di contenuti che trovano interessanti e che decidono di condividere (si tratta principalmente di immagini e video).

Io, ad esempio, ho creato – su suggerimento del sistema automatico che segue la registrazione – una categoria chiamata Product I love nella quale ho inserito la pin relativa a un prodotto vintage che ho trovato navigando in Rete (basta entrare nel proprio profilo e cliccare su add o scaricare un plug-in per aggiungere il link direttamente dal browser). Due cose in particolare hanno attirato la mia attenzione: la prima è che di un profilo si possono seguire tutte le bacheche ma si può anche optare per una sola lavagna, seguendo quindi i soli aggiornamenti di una particolare sezione creata da un utente; la seconda è che, nella descrizione, aggiungendo il valore in dollari (esempio $7.00 USD), appare nell’immagine in alto a sinistra una banda con l’indicazione del prezzo. Tra le ricerche dei contenuti infatti c’è anche quella per prezzo (basta scegliere in alto Gifts) che quindi può diventare uno strumento da collegare – come nel mio caso – a etsy o a qualsiasi altro canale di e-commerce, potenzialità da non sottovalutare per i brand come per tutti coloro che cercano un modo semplice e veloce per dare visibilità ai propri prodotti (non sono ancora riuscito a capire se si possa e in caso come inserire i prezzi in euro… e come si riesca ad eliminare la scrittina relativa al prezzo senza dover cancellare la pin ma forse devo semplicemente spendere un po’ più di tempo su Pinterest).

Per il resto funzioni simili agli altri social network dal repin al like, dal commento all’embed. Particolare anche la disposizione orizzontale dei contenuti che permette organizzare le varie segnalazioni in un’unica schermata che raggruppa i contributi dei vari utenti, commenti e like immediatamente visualizzabili.

Scoppierà un nuovo caso di successo? Difficile dirlo ma nonostante la communiy italiana sia ancora ridotta, anche grazie all’applicazione per iPhone, il numero dei/delle pinterest addicted è in costante crescita.

[update: Upim è stata una delle prime realtà italiane ad inserire il pulsante Pin it nelle immagini dei propri prodotti]

Moo card: moosì che sono cool

Da oggi finalmente posso vantarmi anch’io di possedere le MOO MiniCard. Dopo un’attesa (snervante) durata poco più di una settimana sono entrato in possesso dei miei agognati mini biglietti da visita personalizzati (con tanto di contenitore in plastica dove conservarli senza farli rovinare). E’ normale esaltarsi per così poco? Forse no. Ma le minicard sono davvero carine: di pellicola opaca di cartonico (di spessore 350 g/mq), possiedono la particolarità di essere di dimensioni ridotte (28 mm x 70 mm) e per questo di sicuro impatto. Al di là del fatto che siano diventate tra i blogger un oggetto ricercatissimo (e quasi indispensabile), apprezzo le MOO card perchè mi rappresentano in maniera decisamente migliore rispetto a qualunque altro biglietto da visita legato alla mia mansione lavorativa. Mi piace molto infatti l’idea di poter lasciare ad una nuova persona che conosco una card con i miei contatti tra i quali spicca anche l’indirizzo del mio blog. Perchè in fondo il mio spazio è, almeno in parte, ciò che sono: un non-luogo pluritematico dove esprimere semplicemente me stesso lasciando fluire i miei pensieri, ciò che sento/provo. D’ora in poi, a (quasi) chiunque incontrerò fuori dall’orario lavorativo, potrò lasciargli un mio mini bigliettino, superando in un baleno l’aspetto formale di una (fredda) card che comunica il proprio status lavorativo, la propria specialità, l’indirizzo della propria sede, ma che poco a che fare con l’individuo che la consegna al di là della sua occupazione. E poi adesso, con i miei mini biglietti sempre a portata di mano, mi sento “grande”, mi sento entrato a tutti gli effetti nel mondo degli adulti, pronto ad assumere le mie responsabilità e ad affrontare di petto la vita. Speriamo bene…