News Feed il segreto del successo di Facebook?

Img: newsroom.fb.com

 

Da alcuni giorni il team di Facebook ha annunciato una nuova modifica al News Feed, l’algoritmo che regola il flusso di notizie visualizzato dagli utenti. Se l’obiettivo resta sempre quello di mostrare le storie più interessanti per il profilo che le scorre, da alcuni giorni per il pubblico statunitense, all’organizzazione automatica dei contenuti si affianca la possibilità di personalizzare, almeno in parte, il controllo del flusso comunicativo. Ogni utente ha modo infatti di selezionare amici e pagine i cui contributi vedere prima, definendo quindi le proprie priorità.

La storia del News Feed è piuttosto interessante. Non solo perché ogni cambiamento nell’algoritmo che lo regola inevitabilmente finisce per influenzare ciò che ognuno di noi visualizza accedendo a Facebook, ma anche perché il News Feed è il fulcro del social network, sicuramente uno degli aspetti sui quali Mark Zuckerberg e soci investono molto.

Il lancio del News Feed è datato settembre 2006, prima Facebook – come suggerisce il nome –era essenzialmente una raccolta di profili nei quali gli utenti potevano indicare i loro hobby, la loro band preferita, caricare foto, scrivere nelle bacheche degli amici, ma nei quali alle diverse azioni non era data molta rilevanza. Con il diffondersi del social network gli sviluppatori si accorsero però che un numero sempre maggiore di utenti sceglieva di visualizzare la sezione dedicata alle modifiche dei profili degli amici. Gli ingegneri decisero così di semplificare la modalità in base alla quale restare informati circa gli aggiornamenti del proprio network di amici lanciando appunto News Feed.
Curiosamente, la novità non fu accolta benissimo: dando maggior risalto alle azioni – in tempo reale si iniziò ad essere informati su ogni singola modifica nei profili degli amici – gli utenti come mai prima si videro inondati di notifiche. Tanto che, non abituati, in molti si riunirono in gruppi quali “Students Against Facebook News Feed” chiedendo ai vertici del social network un passo indietro. Il malumore fu così acceso che lo stesso Zuckerberg si trovò “costretto” a tranquillizzare gli utenti invitandoli a vedere News Feed come una interessante modalità per restare informati sulle novità nella vita degli amici.

Con il debutto, nel 2009, del pulsante “like” attraverso il quale gli utenti iniziarono ad interagire con l’algoritmo alla base del News Feed (indicando al sistema i contributi più interessanti e ai quali dare maggiore visibilità) le dinamiche cambiarono notevolmente.

Dall’osservazione del comportamento degli iscritti, Facebook arrivò allo sviluppo, nel 2011, del cosiddetto EdgeRank, una formula più complessa per la gestione delle notizie da mostrare, in grado di “adattarsi” alle esigenze degli utenti differenziando ogni profilo sulla base (essenzialmente) di tre variabili: affinity, weight, decay. Con il parametro affinity l’algoritmo valuta le relazioni tra gli utenti misurando il grado di interazione tra i profili e premiando i contenuti di chi è riuscito a generare un numero maggiore di like, di commenti, di condivisioni; il concetto di weight, invece, fa riferimento alla tipologia di status: foto e video hanno la priorità su semplici link che a loro volta vengono visualizzati prima degli aggiornamenti di solo testo (anche commenti e like contribuiscono ad aumentare il “peso” di un contributo pubblicato); (time) decay, infine, valuta il tempo trascorso dalla messa online del contributo.

La ricerca di Facebook continua, gli aggiornamenti del News Feed sono ormai a cadenza (quasi) settimanale e oltre alla possibilità di personalizzare manualmente il proprio flusso di aggiornamenti, da alcune settimane l’algoritmo tiene in considerazione anche il tempo speso sul singolo post per valutare il grado di interesse di uno status (enfatizzando maggiormente i contenuti degli amici rispetto a quelli delle pagine).

Quindi presente e futuro passano sicuramente da News Feed. Non solo perché più efficace sarà l’algoritmo più tempo ognuno di noi spenderà su Facebook, ma soprattutto perché più attenzione il flusso informativo sarà in grado di catturare più introiti dagli inserzionisti il social network riuscirà ad ottenere.

Per i brand, la sfida per ottenere una relazione sempre più stretta con gli utenti è iniziata. Perchè ormai il “mi piace” può non bastare più.

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