Web Car, quando il giornale è in video streaming

Foto: la Stampa

In News(paper) Revolution ho cercato di riassumere i cambiamenti del mondo del giornalismo derivanti dallo sviluppo della comunicazione online. Ho volutamente deciso di circoscrivere il mio approfondimento, la “rivoluzione digitale” che ha modificato in profondità le diverse professionalità legate al mondo dell’informazione non può, infatti, essere ridotta all’elenco delle seppur notevoli ripercussioni legate alla Rete. Ne è testimonianza la nuova vettura in dotazione a la Stampa, un’auto a misura di report digitale. Perché, ormai – altro riflesso della digitalizzazione delle redazioni – distinguere tra carta e altri supporti diventa quasi superfluo. I contenuti di un quotidiano, non molto tempo fa disponibili solamente in versione cartacea, sono oggi fruibili anche attraverso computer, tablet, smartphone e net tv. Le notizie non si diffondono più solamente per via testuale, diventando ogni giorno sempre più variegate, più multimediali, composte non solo da lettere ma da immagini, video e infografiche. Il mondo dell’editoria, pur moltiplicando gli strumenti attraverso i quali raccontare le notizie, è quindi, paradossalmente, più omogeneo: anche i quotidiani comunicano tramite video (addirittura alcuni hanno canali all news non stop), le emittenti televisive non possono rinunciare all’informazione testuale dei propri siti web.
Non deve quindi sorprendere la Web Car de la Stampa, una vettura con la quale il giornale realizza “dirette in video-streaming ovunque sul territorio europeo e avere sempre a disposizione il wi-fi per reportage on-the-road, via satellite”.
Alla base una parabola auto-puntante – un’attrezzatura ridotta all’osso talmente piccola da essere trasportata anche all’interno di un bagaglio da viaggio – un router, un mixer e un pc con i quali gestire riprese, videoconferenze, montaggi video e… addirittura un drone comandabile dal mezzo.
Il battesimo di questo innovativo sistema di trasmissione delle informazioni sarà la mostra del Cinema di Venezia, una partenza soft per scoprire, senza troppi patemi, tutte le potenzialità della nuova risorsa a disposizione del Quarto Potere. Che solo proseguendo sulla strada dell’innovazione potrà costruirsi un futuro.

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