Maurizio Crozza in Italialand

“Perché andare sino a Disneyland?”: questa la domanda che apre Italialand il nuovo spettacolo teatrale di Maurizio Crozza, ieri al Teatro Nazionale (e stasera in prima serata su La7).

Una riflessione sull’Italia di oggi, sulla nostra classe politica e quindi in definitiva su noi stessi, sul nostro atteggiamento nei confronti dei vizi e caratterizzazioni di chi ci rappresenta (o almeno in teoria dovrebbe farlo).

La prima parte dello spettacolo non è altro che una serie di ironiche considerazioni sulla stretta attualità, in parte riprese dagli sketch con i quali Crozza apre le puntate di Ballarò: da “Pigiapia” a Gasparri, da Berlusconi a Scilipoti.

La seconda parte è invece una carrellata di irresistibili imitazioni che vedono Crozza destreggiarsi con parrucche e travestimenti: dal cavallo di battaglia Bersani (“siampazzi?”) alle new entry Marchionne, da Giacobbo con il suo Kazzinger a Napolitano, da Marzullo a Matteo Renzi, tutti rivisti con un’incredibile capacità di farne risaltare i tratti comici e una impareggiabile disinvoltura nel passare da un personaggio a un altro del quale vengono proposte la postura, i tick, l’accento e le espressioni celebri.

Ma Italialand non è uno spettacolo “statico” ma uno di quelli nei quali anche il pubblico partecipa cantando o accompagnando con le mani le performance di Crozza (che dimostra una voce da tenore!).

Insomma una serata trascorsa all’insegna delle risate e del divertimento. Anche se poi, lo ammetto, sulle note di Bella Ciao che chiudono lo spettacolo (o meglio il “bis”), affiora un po’ di malinconia per una parentesi chiusa troppo in fretta.

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